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17 febbraio 1943, iniziano i bombardamenti su Cagliari: dal cielo la pioggia di morte sulla città

17 febbraio 1943. Gli Alleati rovesciano morte e distruzione su un popolo, una città e un’Isola. Sono trascorsi ormai 79 anni dalla tragedia della Seconda guerra mondiale, quando i liberators ferivano fatalmente i sardi: e le cicatrici sono ancora visibili qua e là. Edifici crollati e centinaia di vite perse. Il ricordo di quei momenti è sempre meno vivo nelle persone, che per il corso naturale della vita non sono più qui. E allora, compito dello scritto, digitale tanto più, è quello di eternare una tragedia da non dimenticare.

La Sardegna, al centro del Mediterraneo, riveste di certo un’importanza strategica non indifferente. Durante la Seconda guerra mondiale, l’Isola diventa in poco tempo una preziosa base di appoggio per sommergibili e reparti aerei dell’Asse. Una situazione che segna la rovina per il popolo sardo.

Dopo quelli del 7 febbraio, i bombardamenti veri e propri su Cagliari iniziano il 17 febbraio. Nel pomeriggio, 105 aerei, tra B-17 (le “fortezze volanti”) e Caccia pesanti, sganciano a tappeto bombe di medio calibro e spezzoni incendiari. Quel giorno, nel centro storico della città, l’area attorno a via Sant’Efisio viene colpita pesantemente. Al termine dell’attacco, durato per tutto il resto della giornata, i morti sono circa 200, mentre i feriti quasi 300.

In poco tempo Cagliari diventa una città fantasma. In tanti infatti sfollano nei paesi dell’entroterra e i pochi rimasti conoscono paura e apprensione per sé stessi e propri cari. Il 26 febbraio, una ventina di B-17 sono di nuovo all’attacco della città. Stavolta, ad essere maggiormente colpiti, i quartieri di Bonaria, Castello e Stampace. Il Teatro Civico e il Bastione di Saint Remy diventano irriconoscibili. Piazza Costituzione e piazza del Carmine le profonde voragini fanno paura, e del Comune c’era solo la facciata.

Per la città non si vede nessun’anima. Quasi tutti hanno ormai abbandonato le proprie case per sfuggire ai bombardamenti. Le poche persone ancora, eroicamente, presenti trovano Cagliari in preda alla fame e alle privazioni. Gli approvvigionamenti infatti sono scarsissimi, manca la corrente elettrica e i servizi essenziali, così come il servizio postale. Il 13 maggio 1943 dagli Alleati ecco il colpo di grazia. Uno stuolo di oltre 300 aerei, tra bombardieri e caccia, sgancia sul capoluogo 893 bombe, trasformandolo in un cumulo di macerie.

Poi, finalmente, l’8 settembre 1943, Badoglio annunciò l’uscita dell’Italia dal conflitto mondiale. Il bilancio della guerra in Sardegna è a dir poco tragico. Nella sola Cagliari, distrutta quasi interamente dai bombardamenti, i morti accertati si attestano a 2000.

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