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Suor Giuseppina Nicoli, istruzione e un piatto di minestra per “is picciòcus de crobi”

Tra i personaggi che vissero e operarono in Sardegna, il nome di Suor Giuseppina Nicoli è quello che viene ricordato ancora oggi come massima espressione di carità cristiana. Nata nel Pavese nel 1863, da una famiglia numerosissima, poco più che ventenne arrivò a Cagliari, distinguendosi per la sua dolcezza e il suo talento educativo.

Suor Nicoli, eccellente insegnante, simpatizzò con i ragazzini poveri del quartiere Castello, lavorando per loro all’apertura di una scuola serale. All’età di 36 anni fu nominata superiora all’Orfanotrofio di Sassari, facendosi amare e stimare anche qui.

Il 7 agosto 1914 suor Giuseppina Nicoli ritornò a Cagliari. Il suo operato, da allora, si si rivolse profondamente alla povertà del rione Marina e ai numerosissimi “picciòcus de crobi”, ovvero “i ragazzi della cesta” che con la “corbula” si guadagnavano da vivere, massima espressione di povertà e abbandono nella città a inizi del ‘900 e sino al secondo dopo guerra.

Ecco che della possibilità di recuperare e dare un futuro diverso a questi ragazzi – spesso già alle prese con guai giudiziari – si occupò proprio Suor Nicoli, divenuta superiora dell’asilo Marina e Stampace, entrato in attività dal 1861. Con massimo impegno, la religiosa cercava di attirare questi ragazzi, offrendo loro un piatto di minestra e un po’ di istruzione, unitamente a qualche rudimento di catechismo.

Suor Nicoli avvicinò questi ragazzi con la sua dolcezza di mamma, riuscendo a coinvolgerli in qualche lezione. La religiosa ribattezzò questi ragazzi con il nome di “Marianelli”, ovvero “monelli di Maria”, dando loro la possibilità di accostarsi alla confessione e alla comunione.

Molti “marianelli”, grazie al buon cuore e all’ottimo operato di Nicoli, riuscirono a imparare un mestiere e a inserirsi nella vita sociale.

 

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