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Lo sapevate? Lungo la spiaggia de Sa Colonia a Chia c’è una necropoli punica

Lo sapevate? Lungo la spiaggia de Sa Colonia a Chia c’è una necropoli punica.

Quella fascia costiera, che va da Nora all’antica Bithia, è zeppa di reperti archeologici fenicio-punici e romani. Il problema? Puntualmente, come sempre è accaduto, dopo ogni mareggiata entrano in azione curiosi e tombaroli.

Anche recentemente, nel 2017, proprio come accadde all’archeologo Antonio Taramelli alla fine degli anni venti quando, nella stessa spiaggia, a ridosso della torre spagnola, una violenta mareggiata restituì parte della necropoli. Nel 2017 l’azione del mare ha permesso di scoprire una tomba a cassone, databile tra il II avanti Cristo e il I dopo Cristo, in piena epoca Romana ma anche tardo Punica (usanze, costumi e magistrature come il sufetato, infatti, a Chia andarono avanti sino al III dopo Cristo). All’interno del cassone tombale sono stati ritrovati anche uno scheletro e due vasi.

Che a Chia ci siano numerosi reperti del periodo fenicio, punico e romano sepolti tra abitato e spiagge non è certo un mistero. Violente mareggiate come quella del 2017 in più di un’occasione hanno restituito materiali e parti di strutture proprio come accadde all’archeologo Antonio Taramelli alla fine degli anni venti, quando vide riemergere, nella stessa spiaggia, a ridosso della torre spagnola, parte della necropoli grazie all’azione di una violenta mareggiata. La sovrapposizione di epoche anche a Bithia, l’antica Chia è evidente.

Nel caso del ritrovamento del 2017 l’azione del mare ha premesso di scoprire una tomba punica a cassone, databile tra il II avanti Cristo e il I dopo Cristo, in piena epoca Romana ma anche tardo Punica (come detto, usanze, costumi e magistrature come il sufetato, infatti, a Chia andarono avanti sino al III dopo Cristo). All’interno del cassone tombale sono stati ritrovati anche uno scheletro e due vasi. I materiali vennero messi a disposizione della Sovrintendenza.

Jpeg

Le mareggiate puntualmente ogni 4-5 anni si ripresentano, scoperchiando letteralmente la fascia a ridosso della spiaggia e restituendo materiali e oggetti, depredati sistematicamente da privati (a Chia e Domusdemaria, così come in gran parte della Sardegna, numerose famiglie conservano dei reperti archeologici, molti dei quali preziosissimi; altri invece li vendono su siti on line).

In quella zona state scavate quasi trecento tombe e ancora molte altre sono tuttora sepolte. Moltissimo a Chia, l’antica Bithia, deve essere ancora scoperto.

L’area archeologica è situata al di sopra e ai piedi del promontorio di Torre di Chia. L’area prescelta per la costruzione delle prime strutture abitative mostra i canoni tipici degli insediamenti risalenti alla fase precoloniale fenicia in Sardegna: un promontorio sul mare, un porto fluviale e un entroterra protetto dai rilievi dei Monti Sa Guardia.

E se il tofet si trovava a Est, in quella che oggi viene chiamata isola de Su Cardolinu (davanti al porto fluviale, nell’estuario del rio Chia), la zona sepolcrale, anche nella fase arcaica, quella a incinerazione, è sempre stata sistemata lungo la fascia sabbiosa litoranea a Ovest del promontorio di Torre di Chia, sede dell’abitato di età arcaica. Non lontano verso Nord, fu rinvenuto un edificio sacro, attualmente nel giardino di una villa, con una statua monumentale tardopunica del dio Bes e un’importante iscrizione neopunica dei primi anni del III secolo dopo Cristo. Quest’ultima ha permesso di conoscere l’antico nome del centro (“Byt’n”) e di accertare la persistenza della tipica magistratura punica del sufetato ancora in piena età romana imperiale.
La tipologia delle sepolture nella zona mostra la predominanza delle incinerazioni, sia in fossa scavata nel terreno sia in cista litica, sebbene risulti documentata in misura inferiore anche la pratica dell’inumazione. Nella successiva età punica si diffuse in maniera quasi esclusiva la tomba cosiddetta “a cassone” con grosse pietre disposte lungo il margine delle fosse contenenti gli individui inumati con relativo corredo. In età romana il centro, localizzato lungo l’antica strada che da Nora conduce a Bithia, non fu molto esteso. Il definitivo abbandono dell’insediamento avvenne tra la fine del IV secolo e l’inizio del V dopo Cristo.

 

 

 

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