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La Fontana di Trevi? Eccola anche in Sardegna, fatta tutta di mattoncini Lego: la bellissima opera di Maurizio Lampis

Mesi e mesi di passione, lavoro, precisione e, diciamolo pure, anche di fatica. Ma alla fine ecco un capolavoro dell’arte made in Sardinia. La spettacolare Fontana di Trevi, che vide Mastroianni e Anita Ekberg protagonisti della scena cult de “La dolce vita”, arriva anche nell’Isola ed è fatta tutta di mattoncini Lego. A realizzarla? Lo straordinario “architetto” Maurizio Lampis, presidente dell’associazione culturale Karalisbrick e fondatore dell’omonimo Museo del Mattoncino a Sestu.

Due anni fa lo straordinario capolavoro, tutto cagliaritano, della Basilica di Bonaria. Circa oltre 50mila pezzi, di vari codici, e 8 mesi di lavoro appassionato. Ora, l’artista 45enne Maurizio Lampis continua a fare innamorare gli amanti del mattoncino danese e realizza la bellissima Fontana di Trevi, immancabile meta delle passeggiate romane e luogo simbolo degli innamorati.

“Dopo la Basilica di Bonaria, c’è stata la volontà di realizzare uno dei monumenti italiani più importanti della nostra cultura”, spiega Maurizio. Cinque mesi di duro lavoro, circa 20mila i mattoncini utilizzati ma, rispetto all’opera di Bonaria, un numero maggiore di “tipologie” finalizzate a riprodurre più dettagliatamente possibile il monumento originale, sotto gli occhi del maestro grazie alle foto online. “Averla costruita mi inorgoglisce, dopo un progetto figlio di anni di studio nel mondo Lego”.

Dal 2017 Karalisbrick è una realtà di artisti eccezionali e da alcuni mesi il suo museo di Sestu – nella via della Imprese – è custode di meraviglie artistiche fatte interamente con il mattoncino più amato dai bambini e pure dagli adulti. Così, dopo il santuario di Saccargia, Cala Goritzè, Torre dell’Elefante e altri, le mani e il genio di Maurizio danno vita anche alla Fontana di Trevi.

Tutto è realizzato nei minimi particolari, nessun dettaglio architettonico è stato trascurato. La facciata, le colonne, la scritta latina al pontefice Clemente XII, a Maurizio non è sfuggito nulla. E la maestosità di Nicola Salvi e Giuseppe Pannini è stata così riprodotta fedelmente in scala minifigura. E poi le nicchie, i bassorilievi, ogni minimo particolare del monumento è riportato in miniatura: ci sono persino i lampioni e i visitatori, qualcuno di essi intento a lanciare la monetina. Che cosa manca? Solo Mastroianni e la Ekberg. Chissà, forse una prossima idea per Maurizio.

Una passione nata da bambino e maturata in giovinezza. Da quasi quindici anni Lampis crea monumenti e opere sarde e non solo con i mattoncini Lego. “Tutto è iniziato nel 2008, quando ho comprato un castello da una ragazza romana. Una volta acquistato, l’ho smontato e ne ho costruito un altro, secondo la mia fantasia, che è stato subito molto apprezzato”. Da lì ecco per il giovane Lampis un tour di esposizioni nazionali che vedono la bandiera sarda sventolare alta e Maurizio formarsi al meglio passo dopo passo, diventando nell’Isola in non plus ultra di quest’arte.

Oggi Karalisbrick è una realtà sempre in giro per i paesi della Sardegna, con Maurizio alla guida di un team di artisti eccezionali: 120mila i visitatori che hanno ammirato le opere Lego. E al museo di Sestu ce n’è per tutti i gusti. Dai monumenti sardi – come la Torre dell’Elefante, il Campanile di San Ponziano di Carbonia, la Chiesa di Sant’Efisio di Capoterra, la chiesa di Vallermosa e la torre di Selargius – al castello medievale, alle navi dei pirati seicentesche e alle astronavi di Star Wars; ma in una stanza “magica” c’è pure il castello da Hogwarts. Ma non solo opere.

Già, perché Maurizio dà ai più giovani la possibilità di imparare quest’arte in modo divertente e formativo. “Al nostro museo vengono organizzati dei corsi di tecniche costruttive per i bambini con problemi legati all’autismo, affinché si sviluppi la fantasia, la creatività e la manualità. Durante le lezioni do loro dei compiti da fare, che svolgono ciascuno al proprio posto. E con le Lego si può imparare persino la matematica. Il risultato? Passi da gigante da parte di tanti e qualcuno, a fine lezione, non vuole più andare via”.

Ora un po’ di riposo per Lampis, poi però la Fontana di Trevi si prepara a mettersi in mostra, all’interno di una teca, in giro per la Sardegna. Prossimo obiettivo per Maurizio? “I monumenti sono il mio campo. E presto mi piacerebbe lavorare alla costruzione di Palazzo Bacaredda e Porto Flavia”.

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