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Sa Braberìa di Mirko Congiu, a Villanova barba e capelli come un tempo: «Punto di riferimento per tutti»

Forbici e rasoio da un lato, la schiuma e il sapone dall’altro, sopra le colonne del lavandino bianco. Poi le seggioline, una a forma di cavallino per bambini; dietro, i divanetti con le riviste. Sulla parete l’immancabile poster della formazione del Cagliari.

No, non è una barberia di 50 anni fa, come quelle che ricordano i nostri padri. È Sa Braberìa di Mirko Congiu, nella via San Domenico un servizio lungo una vita, ormai sempre più gestito da stranieri e soppiantato dai saloni più moderni e Barber Shop.

Ma nel cuore di Villanova si respira l’aria di un tempo e nel salone da barbiere di Mirko tutto è come un tempo, quando fra un taglio e l’altro si faceva una cosa sempre più dimenticata: chiacchierare fra amici dello stesso rione.

I veterani del quartiere, ai piedi del mastodontico Bastione e di Castello, ricordano proprio lì il piccolo salone del signor Francesco Montis. Oltre cinquant’anni di barba e capelli, generazioni e generazioni “tosate” dalle mani esperte di chi, a più di 80 anni, ha fatto fatica a lasciare un mestiere prezioso quasi quanto un figlio. E così tra anni fa Mirko, classe 1987, ne ha preso le redini, continuando un mestiere bello e importante nel centro storico. Uno di quelli sempre più rari da vedere.

 

Da Escalaplano alla Valle d’Aosta, per poi ritornare in Sardegna, prima a Quartu poi a Bidda Noa. Mirko ora fa la barba e i capelli agli abitanti del quartiere, e non solo. “Sei libero?”, gli si domanda dall’uscio; “Dammi ancora mezz’ora, ho due ragazzi”.  Tutto semplice e genuino, e la gente di Villanova non può che volergli bene. «Ho lasciato tutto come un tempo, non ho modificato niente, a parte ciò che era proprio necessario».  E il risultato si vede. La vecchia radio, il giradischi, le vecchie foto e, dulcis in fundo, quella seggiolina a forma di cavallino rievocano ricordi preziosi nella mente di tanti. «Qualcuno dei miei clienti l’ha visto e ha ricordato quando si sedeva lì da bambino. Ora, da adulti, continuano con me».

Cuore sardo-valdostano e mamma parrucchiera, per Mirko è stato facile vedere in casa come prendere i ferri del mestiere. Da lì, una formazione, per così dire, moderna, diversa dai tempi in cui si imparava questo mestiere spazzando i capelli da terra. «All’inizio non ero interessato a questo lavoro, poi ho deciso di provare. Dopo l’esperienza universitaria ho fatto l’accademia, studiando anche diverse lingue straniere. Poi il ritorno in Sardegna: prima a Quartu e poi qui».

 

Barba e capelli a giovani e anziani, così come ai bimbi. Anche se nel salone ogni tanto non manca la presenza di qualche signora. «Sono vecchie clienti che continuano ancora venire da me. Ma in generale il mio è un ambiente prettamente maschile». Nessuna discriminazione, per carità, ma da Sa Braberìa l’ambiente è esattamente come quello di un tempo, quando dal barbiere si andava anche per “crastulare” di sport, vicende e storie fra amici.

E il ricordo va indubbiamente al signor Francesco. «Mio parente? Quasi, lo considero così. Mi ha aiutato quando ho avuto un incidente, sostituendomi qui nel salone. E lui continua ancora ad avere le chiavi, perché questa è anche casa sua».

 

«Il rapporto coi clienti? Qui ci sono signori che venivano da bambini. La gente viene e chiacchiera, questo è un punto di ritrovo».

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