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Mazzarri: “Voglio una squadra che non molla mai. Cagliari è una piazza importante”

Prima conferenza stampa per Walter Mazzarri alla guida del Cagliari, che domani affronterà all’Olimpico di Roma la Lazio di Sarri. Il nuovo mister rossoblù, arrivato in Sardegna mercoledì, ha parlato alla stampa del match e della squadra che ha allenato ad Asseminello.

Che squadra ha trovato? “Ambiente eccezionale e una struttura all’avanguardia. In tre giorni non posso dare troppe indicazioni. La sensazione è buona, il gruppo ha voglia di reagire e molti sono rimasti male da come è finita la scorsa gara”.

Quali giocatori porterà? “Pavoletti ha fatto oggi il primo test, non so per quanti minuti potrò impiegarlo, ma ci tenevo tanto alla sua presenza. Gli altri sono a disposizioni delle scelte, per fortuna oggi abbiamo 5 cambi e se vedo qualcuno in difficoltà avrò la possibilità di cambiarlo in corso d’opera”.

Mister Mazzarri torna in panchina dopo un anno e mezzo: quali sono i suoi obiettivi? “Non amo i subentri, voglio d’are un’impronta, una squadra con un’anima che non molla mai. Voglio he anche il Cagliari incarni questo spirito. Domani sarà la prima verifica. Non voglio pormi limiti, ci sono diverse partire tutte ravvicinate, dopo la sosta potrà essere più preciso sulle potenzialità di questa sosta”.

Errori individuale o di squadra? “Ho un notevole rispetto dei miei colleghi, preferisco parlare da oggi in poi. In questi tre giorni ho portato tre variabili che fanno parte del mio credo calcistico, vediamo domani se è stato colto”.

Come giudica gli esterni che ha il Cagliari in questo momento? “In carriera credo di saper allenare tutti i moduli. Guardo la rosa che ho a disposizione e poi studio il modulo, ma punto sempre ad alzare il livello. L’importante è essere camaleontici, quando capirò che i ragazzi hanno recapito tutto quello che in settimana facciamo è possibile che il Cagliari possa cambiare pelle anche durante la partita”.

La Lazio arrabbiata o scoraggiata? “Una squadra forte abituata a stare ai vertici arriva da due sconfitte porterà in campo domani la miglior Lazio. Ai ragazzi ho detto di fare al meglio quello che abbiamo preparato in questi tre giorni. Possiamo metterla in difficoltà, ma contano i fatti non le parole”.

Quali spunti con la Lazio dal punto di vista offensivo? “Una squadra evoluta deve sapere quando fare una cosa e quando farne un’altra. Se c’è da soffrire dobbiamo farlo tutti insieme, quando c’è il possesso palla dobbiamo reggerlo. Se noi perdiamo palla, la Lazio è brava a verticalizzar e ci frega. I ragazzi in campo devono ascoltarmi, ho cercato di dare sicurezza, ma il giocatore preso dalla partita deve seguire l’allenatore”.

Perché ha sposato il progetto Cagliari? “La responsabilità mi galvanizza. Cagliari è una piazza importante, è da troppo tempo che la squadra gioca per la salvezza, ma bisogna andare oltre, sono troppi anni di sofferenza, penso che tutti meritino di più e bisogna lavorare per questo”.

Nandez? “Con le potenzialità che ha può fare tutto. L’importante che ci creda lui. Se avrò il tempo di farglielo capire lui può giocare su diversi ruoli. Quando ho creduto che un giocatore potesse fare qualcosa in campo, sono riuscito a incuterglielo ed è esploso. Ci vuole tempo”.

Lavoro più mentale o fisico? “Ho motivazioni veramente alte. Sono un allenatore che guarda tutto. Un allenatore non può sottovalutare niente e deve guardare tutti gli aspetti. In tre giorni non si può fare tanto, la prima risposta è domani sera e poi dopo la pausa abbiamo più tempo per lavorarci”.

Un giocatore “preferito”? “Sarebbe ingiusto fare un nome, il primo allenamento l’ho fatto mercoledì pomeriggio, siamo andati in campo e ho guardato la squadra. Per il lavoro fatto si sono impegnati tutti, si sono allenati bene. Gli allenatori non parlano sui singoli, lo dico direttamente all’interessato”.

Idee sul Cagliari che vuole plasmare? “Il Torino dei 63 punti è una squadra che vorrei emulare per il mio Cagliari. Una squadra che non mollava mai, abbiamo fatto le cose sopra le righe. Queste cose incarnano la mia carriera, come la Sampdoria che poi è andata in Europa, squadra tipica che ho avuto io. Ho sempre fatto capire che le mie squadre sono unite, organizzate e che non mollano mai”.

La difesa traballa? “La carenza di centrali è giusta ma non creo alibi, chi va in campo deve dare risposte. Affrontiamo una squadra forte ma non mi pongo limiti, le scelte le saprete in campo non voglio dare vantaggi a Sarri che è un grande allenatore”.

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