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30 anni di indipendenza per il Kirghizistan, a Cagliari il popolo asiatico ricorda il giorno della sua terra

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Foto di repertorio del 2019.

30 anni per il Kirghizistan. A Cagliari la nutrita comunità asiatica saluta questa importante giornata, ricordando quel giorno del 31 dicembre 1991 in cui il Paese dichiara la sua indipendenza dall’Unione Sovietica. Un popolo che la Sardegna, soprattutto negli ultimi anni, ha imparato a conoscere e ad apprezzare, vista la presenza nell’Isola di una nutrita comunità, spesso impegnata nel delicato lavoro di assistenza geriatrica e collaborazione familiare.

Sino al 2019, prima che il Covid-19 stoppasse tutto, l’Associazione Kirghizistan Unito, che da anni è punto di riferimento per le persone che dall’Asia arrivano in Italia, organizzava una bella festa e un lungo corteo per le vie del centro di Cagliari. Ora, per ovvi motivi, legati al possibile pericolo di assembramenti, la grande festa è stata rinviata a data destinarsi. E la gente celebra a suo modo e privatamente questa giornata.

Sino a qualche tempo fa i kirghisi erano un popolo pressoché sconosciuto alla maggioranza dei sardi. Un Paese piccolo e lontano, nel cuore del continente asiatico, da cui ragazzi e ragazze hanno portato la loro professionalità, mettendosi al servizio di tutta la comunità sarda. E dietro ciascuno di loro ci sono tante storie di vita e di sacrifici, quelli di chi, con coraggio, ha scelto di andare dal via dalla sua città – il più delle volte la capitale, Bishkek – per provare a cercare fortuna qui.

Foto di repertorio, corteo del 2019.

C’è chi aveva lavoro da insegnante, chi da medico, chi da libero professionista o commesso. Ma il problema era sempre lo stesso: il risicato stipendio non bastava mai. Così, ecco che si fanno le valigie, al prezzo di tanti sacrifici, e si vola in Occidente, nella speranza di guadagnare meglio e magari mettere qualcosa da parte in previsione di un ritorno in patria. Perché, a prescindere da tutto, il Kirghizistan è sempre nel cuore.

Nel Cagliaritano sono presenti circa 500 kirghisi, o forse di più. Quasi la totale maggioranza lavora nell’assistenza agli anziani, come badanti e colf, dimostrando tutta la loro professionalità. Spesso li si scambiava per “cinesi”, traditi dai loro occhi a mandorla, ma a poco a poco il popolo del Kirghizistan si è presentato alla Sardegna e oggi è perfettamente integrato nella comunità.

C’è chi si è innamorato così tanto della Sardegna da mettere su famiglia con qualcuno dell’Isola. Altri, invece, hanno coronato il loro sogno di iscriversi all’Università, dopo aver superato un incredibile trafila burocratica, vista la mancata equipollenza per i loro titoli. Segno, comunque, di una società che cambia e di un rinnovamento culturale della comunità.

 

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