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Prestigiosa borsa di studio “Amazon Women in Innovation” per studentessa Università di Cagliari

“Alle ragazze amanti come me del mondo tech consiglio di non porsi dei limiti e seguire sempre le loro passioni”, sono queste le parole di Claudia Fadda, studentessa del corso di laurea in Ingegneria elettrica, elettronica e informatica dell’Università degli Studi di Cagliari e vincitrice di una delle quattro borse di studio “Amazon Women in Innovation”.

Assegnate per il terzo anno consecutivo, le borse fanno parte del programma Amazon in the Community, nato per incentivare le giovani donne a intraprendere un percorso di studi nell’ambito delle discipline STEM (in inglese: Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), in cui la presenza femminile è ancora oggi purtroppo ridotta e per permettere loro di diventare le leader del futuro tech e un esempio per tante giovani studentesse di materie scientifiche. Con Claudia Fadda, le vincitrici della terza edizione di Amazon Women in Innovation sono Soheila Amiri, studentessa del corso di Ingegneria Informatica al Politecnico di Torino; Bice Marzagora, iscritta a Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano; Sara Malaspina, studentessa di Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

Amazon eroga le borse di studio nelle città in cui si trovano il Centro di Sviluppo, gli Uffici Corporate, Centri di Distribuzione e la sede del Customer Service: il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, l’Università di Roma “Tor Vergata” e, da quest’anno, anche l’Università degli Studi di Cagliari. Si tratta di un finanziamento dal valore di 6000 euro per l’anno accademico 2020/2021, con la possibilità di rinnovo nei successivi due anni, unito a un percorso di mentorship curato da alcune manager di Amazon, che aiuteranno le studentesse a sviluppare le competenze utili per il lavoro futuro, come, ad esempio, creare un curriculum efficace o affrontare un colloquio di lavoro in Amazon o in altre aziende.

Le quattro vincitrici di quest’anno si aggiungono alle cinque studentesse che hanno ottenuto la borsa nella prima e nella seconda edizione e che stanno proseguendo il percorso di studi con il supporto di Amazon.

Claudia Fadda, 19 anni, è originaria di Olbia e da quasi 8 anni si è trasferita in provincia di Cagliari. La passione per l’ingegneria nasce nella tenera età, quando Claudia restava incantata davanti a programmi TV di taglio scientifico in cui da semplici pezzi di metallo venivano costruiti prodotti funzionanti. La sua è una vera e propria vocazione, sapeva di voler fare Ingegneria all’università prima di sapere quale scuola superiore frequentare; per questo motivo non ha avuto alcun dubbio al momento dell’iscrizione al corso di laurea in ingegneria elettrica, elettronica e informatica, dell’Università degli Studi di Cagliari. “Voglio dare il mio contributo al mondo creando nuove tecnologie per migliorare la vita di tutti, come Leonardo da Vinci, personaggio di grande ispirazione per me”. Claudia ha molti sogni nel cassetto, dall’invenzione del teletrasporto all’aprire un centro di ricerca per contribuire al progresso tecnologico.

Soheila Amiri, studentessa del Politecnico di Torino ha 20 anni ed è iraniana, si è trasferita nel capoluogo piemontese, dove vive insieme alla sorella, studentessa di un master nello stesso ateneo. Ha iniziato a studiare informatica e i diversi linguaggi di programmazione in Iran, dove ha frequentato una prestigiosa scuola per lo sviluppo di talenti (NODET – Organizzazione nazionale per lo sviluppo di talenti straordinari), corsi da developer e ha inoltre partecipato alle olimpiadi di informatica del suo Paese. In Iran non intravedeva prospettive future: “Nel mio Paese non ci sono molte opportunità per le donne in ambito tecnologico, ho scelto di partire per darmi una possibilità”; i genitori hanno appoggiato la sua scelta e l’hanno incoraggiata a seguire la sua passione, che l’ha portata così a raggiungere la sorella a Torino. La figura femminile che più l’ha ispirata nel suo percorso di avvicinamento alle materie STEM è Maryam Mirzakhani, matematica iraniana, l’unica donna a essere stata insignita della medaglia Fields, nel 2004, e che come lei è stata studentessa della Scuola NODET. Soheila ha le idee molto chiare per il suo futuro: “Voglio creare qualcosa di concreto e lavorare in una grande azienda come sviluppatrice”. Vorrebbe rimanere a lavorare in Italia ed è molto soddisfatta per aver ottenuto la borsa di studio Women in Innovation di Amazon: “Questa borsa di studio mi dà anche la possibilità di confrontarmi con le manager di Amazon, un’opportunità unica per avere un’anteprima del mondo del lavoro e qualche suggerimento strategico per i futuri colloqui”.

Bice Marzagora ha 19 anni ed è nata e cresciuta a Cerro (VA), un piccolo paese sul Lago Maggiore. La curiosità di capire il funzionamento del mondo tecnologico l’ha portata a frequentare l’istituto tecnico informatico, prima, e a varcare la soglia del Politecnico di Milano, poi. Bice è appassionata di robotica, negli anni ha partecipato a molte competizioni a livello nazionale, e ciò che la affascina di più è vedere come concretamente si può trasformare la realtà attraverso i linguaggi della programmazione e come le nostre vite possono beneficiarne. La scelta del corso di Ingegneria Informatica del Politecnico di Milano è stata una diretta conseguenza della grande passione maturata negli anni. “Il mondo informatico è affascinante, ma anche complicato; le lezioni online dovute alla pandemia non hanno aiutato, è servita grande determinazione ad affrontare questi primi mesi di lezione ed esami. Non mi aspettavo di vincere la borsa di studio di Amazon, è un elemento in più che mi spinge a fare sempre meglio con l’obiettivo di poterla vincere anche nei prossimi due anni”.

Sara Malaspina, diciannovenne romana, sogna di lavorare in una software house di videogiochi. Il corso universitario di Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” rappresenta per lei il primo contatto con il mondo tech, toccato finora solo trasversalmente da appassionata di gaming, hobby a cui l’ha avvicinata il padre. “L’informatica ha assunto un ruolo sempre più importante nella società, diventando fondamentale quasi in ogni campo lavorativo e per questo motivo, benché abbiano provato a mettermi in guardia dicendomi che fosse una facoltà complicata, non mi sono arresa e ho iniziato questa nuova sfida”. D’altronde, le sfide sono da sempre parte delle passioni di Sara, che vede i problemi matematici come un gioco da risolvere.  Avvicinarsi all’informatica le ha permesso anche di capire quanto lavoro ci sia dietro la realizzazione di un videogioco; per Sara è quindi un’opportunità per scoprire e comprendere un nuovo ambito: “Aver ottenuto la borsa di studio mi ha spronata e mi sprona a migliorare e studiare di più”. Alle ragazze più giovani appassionate alle materie STEM Sara consiglia di “non farsi abbattere dagli stereotipi, di andare avanti perché non c’è niente che non possiamo fare”.

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