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Beppe Grillo sui social: «Mio figlio non è uno stupratore, in galera vado io». L’ira dei genitori della ragazza

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Grillo nel video

“Se dovete arrestare mio figlio, che non ha fatto niente, allora arrestate anche me, perché ci vado io in galera”. Grillo ha pubblicato un video sui social per difendere il figlio, scatenando l’indignazione della famiglia della ragazza. I fatti risalgono al luglio 2019 in un appartamento di Porto Cervo: Ciro Grillo è indagato, in concorso con tre amici, per violenza sessuale ai danni di una studentessa milanese. Ad urlarlo su Facebook è il garante del M5s, Beppe Grillo, parlando della vicenda giudiziaria che riguarda il figlio, accusato di stupro da una ragazza italo-svedese e sotto inchiesta assieme a tre amici. Il giovane potrebbe essere rinviato a giudizio.

“Mio figlio è su tutti i giornali come stupratore seriale insieme ad altri 3 ragazzi…io voglio chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati, la legge dice che vanno presi e messi in galera e interrogati. Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera a calci nel culo. Allora perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato niente perché chi viene stuprato e fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano. Se non avete arrestato mio figlio arrestate me perché ci vado io in galera”, afferma Grillo in preda all’ira.

Ora la Procura deve decidere se presentare la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. Secondo stralci delle carte dell’inchiesta, nell’atto d’accusa della Procura la 19enne, conosciuta al Billionaire, sarebbe stata “afferrata per i capelli per bere mezzo litro di vodka e costretta ad avere rapporti di gruppo”.

“I nostri assistiti hanno protestato la loro innocenza fin dall’inizio dell’inchiesta, rispondendo a tutte le domande dei pubblici ministeri sia nel settembre 2019, quando erano stati convocati senza neppure conoscere gli atti, sia nei giorni scorsi, quando si sono sottoposti agli interrogatori da loro stessi richiesti”. Lo scrivono in una nota, riportata da Ansa, i legali di Ciro Grillo e degli altri tre ragazzi accusati di stupro di gruppo. “Nel corso di tutta la fase delle indagini – proseguono gli avvocati – si sono quindi messi a completa disposizione della magistratura, fornendo ogni elemento utile alla corretta ricostruzione degli accadimenti, mantenendo all’esterno un silenzio rispettoso del lavoro degli Inquirenti senza mai replicare agli articoli di stampa pubblicati nel corso di questi quasi due anni”. “Anche noi difensori – concludono – abbiamo mantenuto un doveroso riserbo, per l’estrema delicatezza della vicenda e per il coinvolgimento di ragazze e ragazzi appena maggiorenni. Le ultime pubblicazioni, caratterizzate come sono da un contenuto che non può far altro che indurre il lettore verso una ricostruzione dei fatti in senso accusatorio, non corrispondente però alle risultanze degli atti depositati a conclusione delle indagini, ci spinge a ribadire che si respinge ogni addebito, pur non potendo certamente rendere pubbliche oggi tutte le argomentazioni della difesa”. “L’attività tesa all’accertamento della sussistenza o meno di un reato è estremamente complessa e necessita, specie per chi all’esito delle indagini è chiamato a decidere se rinviare o meno a giudizio, massima serenità in assenza di pressioni derivanti da una attenzione mediatica frutto di interpretazioni giornalistiche maliziosamente riportate”.

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