Un altro giorno in Zona Arancione dopo settimane di Zona Bianca. Le città isolane sono apparse semi-vuote, tanti i bar e i ristoranti che hanno rinunciato anche all’asporto.
Mettiamoci in testa un aspetto: la colpa non è solo delle persone che arrivano da fuori. Perché la Sardegna ha perso la Zona Bianca? Semplicemente perché non sono state rispettate le regole anti-contagio: movida senza controllo, ritrovi affollati, assembramenti, grandi pranzi di famiglia, persone senza mascherine e distanze di sicurezza non rispettate. Ovunque: nelle città più grandi come nei paesi.
E anche a Cagliari si registra un aumento dei contagi, senza dimenticare la diffusione della variante inglese del Covid-19, la più contagiosa.
Nel frattempo il numero dei Comuni che hanno deciso di autoisolarsi a causa dell’aumento dei contagi è salito da due a cinque. In Zona Rossa, oltre Sarroch (Città metropolitana di Cagliari), che ha previsto le misure più restrittive sino al 31 marzo, e Sindia (Nuoro), sino al 30, anche Golfo Aranci, in Gallura, in lockdown sino al 3 aprile, Samugheo, nell’Oristanese, sino a domenica 28 marzo e Uri, nel Sassarese, sino a Pasquetta, il 5 aprile.
Vietati gli spostamenti da e per i tre comuni, chiusi bar, pub, ristoranti e pizzerie, se non per asporto, saracinesche abbassate anche per le attività di servizi alla persona e stop alle lezioni nelle classi e chiusi gli uffici pubblici. Avevamo una grande possibilità, quasi un privilegio: avremmo potuto sfruttare al meglio questa grandissima occasione, soprattutto in chiave turistica, in ottica futura. Ma l’abbiamo sprecata. E allora meritiamo tutto questo.