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Il lavoratore in nero, il carcerato e l’impreciso: 5 “furbetti” del reddito di cittadinanza scoperti tra Cagliari e provincia

La card del reddito di cittadinanza

Nell’ambito delle attività operative finalizzate alla tutela della spesa pubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale Cagliari, in sinergia e collaborazione con l’INPS, hanno sottoposto a verifica le condizioni legittimanti la fruizione del cd. “Reddito di Cittadinanza” in capo ai soggetti beneficiari.

Gli esiti dei controlli hanno consentito la rilevazione di 5 posizioni irregolari, con conseguente indebita percezione del reddito di cittadinanza, poiché i soggetti in argomento sono risultati essere privi dei requisiti necessari previsti dalla normativa vigente.

Diverse, ed in certi casi particolari, le tipologie riscontrate.

In due circostanze, acclarate a Sarroch e Sestu, la causa della illegittima fruizione del beneficio è stata rappresentata dalla mancanza del requisito della cittadinanza: difatti la specifica norma prevede che il richiedente il particolare sussidio debba essere residente in Italia da almeno 10 anni e che lo sia continuativamente negli ultimi due anni.

In un altro caso, invece, l’irregolarità è emersa a seguito di un controllo fiscale: all’esito degli accertamenti è stato riscontrato che un soggetto cagliaritano, nonostante svolgesse regolarmente l’attività di riparazione meccaniche, non aveva mai presentato la prevista dichiarazione dei redditi, vantando quindi un indicatore di situazione economica equivalente artatamente pari a 0 ed utile per usufruire – indebitamente – del reddito di cittadinanza.

Un altro soggetto del capoluogo, tradotto presso la casa circondariale di Uta, ha continuato a beneficiare della pubblica provvidenza, nonostante la sua condizione detentiva ne determinasse la cessazione.

Infine, un residente di Piscinas ha indebitamente percepito il reddito di cittadinanza omettendo, nella dichiarazione sostitutiva unica, informazioni reddituali rilevanti – quali redditi percepiti e TFR – i quali, se correttamente indicati, lo avrebbero posto al di fuori dei limiti previsti per l’ammissione all’istituto benefico in parola.

Le 5 posizioni irregolari hanno portato alla denuncia dei responsabili alla locale Autorità Giudiziaria oltre alla segnalazione all’INPS per la sospensione del beneficio e la restituzione delle somme indebitamente percepite, ammontanti, complessivamente, a 38.336 euro.

L’attività posta in essere rientra tra le funzioni di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza e mira a controllare il corretto impiego delle risorse pubbliche, assicurando che l’accesso ad agevolazioni o esenzioni avvenga a favore di coloro che ne hanno effettivamente diritto e bisogno nonché a tutelare la fiducia che i cittadini onesti devono poter nutrire sulla corretta destinazione delle ingenti risorse che il Paese, destina agli aiuti economici e ai servizi sociali riservati a chi si trova in una reale condizione economica e sociale di svantaggio.

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