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Il limbo dei giovanissimi: libertà e spensieratezza interrotte dal Covid. Parla la dottoressa Tedde

scuola, bambini

Il prezzo più alto da pagare forse lo stanno vivendo proprio loro: i preadolescenti. Appena usciti dal loro essere bambini e a un passo dal diventare “grandi” sentivano forte il bisogno di autonomia, libertà, serenità e spensieratezza. Ma il mondo si è bloccato e loro sono rimasti in un limbo.

La dottoressa Claudia Tedde, psicoterapeuta esperta in psicologia dell’età infantile e psicologa giuridica forense presso il tribunale e procura di Cagliari, ci aiuta a capire dove poter agire e come comprendere al meglio questa particolare situazione.

I preadolescenti  quanto stanno soffrendo per questa situazione che oramai si sta protraendo più del previsto? E quali sono i pericoli in cui vanno incontro, sia a livello emotivo che fisico?

Ogni individuo, bambino o adulto che sia, di fronte all’emergenza sanitaria in cui siamo stati coinvolti, sta rispondendo in base alle proprie capacità cognitive, emotive e strategie di coping. Ma in generale, si può dire che in questa seconda ondata, si stanno osservando più riferiti di stanchezza, rabbia, alterazione del ritmo sonno veglia e sfiducia che non si possa tornare alla normalità.

Nei casi più gravi, aumento dei disturbi d’ansia, depressione, autolesionismo e tentativi di suicidio. Ancora è prematuro poter stabilire quali saranno le conseguenza nel medio e lungo periodo, sicuramente i dati che stiamo osservando ci indicano che dobbiamo già fare una riflessione importante e concreta di aiuto psicologico, tale da non trovarci impreparati. Dobbiamo dare voce ai preadolescenti e agli adolescenti che a mio avviso, e credo di non essere la sola a sostenerlo, sono la categoria a cui è stato chiesto uno sforzo immane, dapprima l’isolamento con la perdita della routine quotidiana e poi la didattica a distanza.

 Come affrontare l’argomento con i più piccoli? E cosa possiamo fare noi genitori?

Nel parlare dei bambini più piccoli, è importante aprire una cornice di riferimento che è quella della famiglia in cui sono inseriti. Le loro reazioni, in un certo qual modo, dipendono da come gli adulti rispondono alle singole situazioni legate all’emergenza. Il genitore particolarmente preoccupato e ansioso, è più probabile che attivi il bambino in tal senso, rispetto a un genitore rassicurante. È importante che il genitore sia sintonizzato sui bisogni emotivi del figlio, così da poter cogliere qualsiasi cambiamento emotivo e si mostri soprattutto rassicurante.

Nei bambini si stanno osservando rabbia, aumento dei comportamenti oppositivi provocatori, difficoltà ad addormentarsi, necessità di essere accuditi e anche regressioni infantili.

Una volta che sarà tutto finito quali saranno i possibili strascichi?

E’ prematuro prevederlo ma in base ai dati che attualmente si stanno osservando, probabilmente ci sarà un’iniziale fatica a ritornare alla vita di prima, soprattutto i più piccoli potrebbero avere delle paure ad uscire e avranno bisogno di essere rassicurati sul fatto che il virus non c’è più.

Altamente più probabili, i disturbi d’ansia, depressione e disturbo post traumatico da stress. Ma ora e subito è importante lavorare sulle conseguenze reali.

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