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Web, social e non vedenti, “le barriere architettoniche” online che possiamo abbattere

Andrea Ferrero, non vedente, circondato da tastiere dispositivi elettronici. Alle sua spalle alcuni dei suoi quadri.

Alzi la mano chi si è mai posto il problema di pubblicare dei post pensando che un non vedente non li avrebbe potuti capire fino in fondo. Nessuno o quasi. Ci viene spontaneo indignarci per un marciapiede senza scivolo e aiutare la persona in carrozzina a scendere, ma non mettiamo mai il testo alternativo nelle foto che pubblichiamo sui social. Eppure se lo facessimo per i non vedenti sarebbe più semplice interagire con noi.

Classe ’71 e una retinite pigmentosa che gli ha portato via la vista. Andrea Ferrero, un lavoro al CRS4, sposato, una laurea in Economia, due programmi alla radio, la passione per la pittura, si avete capito bene, la pittura, e naturalmente i social. Pc, cellulare e altri dispositivi elettronici fanno parte della sua vita, perché il progresso mette a disposizione software sempre più sofisticati che permettono anche ai non vedenti un utilizzo dei device totalmente autonomo.

Andrea affronta la disabilità con un’arma infallibile: l’ironia. «Non mi mettere 10 faccine che ridono – spiega – che poi il sintetizzatore vocale me le legge tutte, una per una! Avevo quasi 30anni quando mi è stata diagnosticata la malattia, ci ho messo molto a rassegnarmi all’idea di utilizzare software che mi aiutassero a nella tecnologia. Poi ho incontrato Paolo Mura dell’Istituto Ciechi, dal 2010 ho seguito dei corsi e mi si è aperto un mondo».

«Questi strumenti che trasformano in contenuti sonori i testi scritti, sono fondamentali, rendono accessibili siti, blog, giornali online e social, tuttavia capita spesso – aggiunge Andrea – che non lo siano del tutto, perché spesso chi progetta i siti o scrive sui social non tiene conto di alcuni aspetti, come i menù a tendina o le fotografie».

«L’accento non è l’apostrofo, se si scrive “ pero’ ” anziché “ però “ a me verrà letto l’albero da frutto, non l’avverbio – prosegue Andrea – la punteggiatura, gli acronimi, non dobbiamo dimenticarci che il sintetizzatore vocale è una macchina. E poi le foto, per noi anche una piccolissima descrizione farebbe la differenza per riuscire a capire appieno il contenuto di un post, magari a coglierne l’ironia legata all’immagine pubblicata».

«Posso definirmi un ragazzo fortunato negli affetti, la famiglia, mia moglie, le gatte Mumu e Gretel (Hansel non ce l’ha fatta), faccio una vita praticamente normale, ho persino imparato a dipingere! Però si può ancora migliorare. Mi batto perché siano sempre meno “le barriere architettoniche” del web, per sensibilizzare la gente ad adottare quei piccoli accorgimenti che ci consentano di interagire meglio anche sui social».

Oggi è la Giornata Mondiale delle Disabilità, come dice Andrea si può fare ancora meglio. E se cominciassimo oggi, pubblicando i nostri post con un piccolo accorgimento? È semplicissimo: dopo aver pubblicato il nostro post, tocchiamo la foto, andiamo sui tre pallini in alto a destra, abbassiamo il menù a tendina e scegliamo il tasto: “Modifica il testo alternativo”, in quello spazio descriviamo il contenuto della foto. Ogni volta che lo facciamo abbattiamo una “barriera architettonica”, come se mettessimo lo scivolo in tutti i marciapiedi a cui manca.

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