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Ieri alla Fiera nemmeno un tampone, ma in tanti sono bloccati a casa in attesa del test

Il meccanismo dovrebbe essere semplice: chi viene segnalato in seguito al tracciamento dei contatti di un positivo, o chi ha presentato i sintomi della malattia, e dunque è stato segnalato dal proprio medico, deve mettersi immediatamente in quarantena e attendere la chiamata con la quale gli verrà fissato l’appuntamento per il tampone.

Inizialmente i tamponi venivano effettuati solo al Centro di via Romagna, con l’aumento esponenziale dei contagi si è deciso di aprire un altro punto in città, dove effettuare il test. Dunque è stato allestito sempre grazie alla collaborazione dell’Esercito un “Drive through”  in cui somministrare il tampone direttamente dall’auto. Ovviamente anche in questo caso occorre che le persone siano munite di appuntamento prima di presentarsi alla Fiera.

L’apertura del centro tuttavia, non ha risolto se non in piccola parte i problemi relativi alle lunghe attese delle persone in isolamento. Infatti in tanti attendono per giorni, se non per settimane di essere chiamate. Come un uomo, che preferisce restare anonimo, che ha atteso inutilmente per oltre 10 giorni che qualcuno lo chiamasse. L’uomo infatti, accortosi di avere la febbre ha chiamato il suo medico che l’ha subito segnalato all’Ufficio di Igiene.

Questa persona si è assentata dal lavoro in attesa di sottoporsi al tampone, ma non sa se si tratta effettivamente di covid, potrebbe anche avere una normale influenza. Passano i giorni e nessuno lo chiama. Guarisce, potrebbe tornare al lavoro se il suo medico curante gli facesse il certificato medico, ma ovviamente occorre il tampone.

L’uomo è preoccupato da questo silenzio, quindi cerca di chiamare ai numeri che gli sono stati forniti, ma dopo circa 200 telefonate non ottiene nessuna risposta: o la linea è occupata oppure squilla a vuoto. Tanto che preso dallo sconforto decide di sottoporsi a un tampone autonomamente, anche perché nel frattempo sono trascorsi i giorni indicati dal protocollo per poter nuovamente uscire.

Nella stessa situazione, ci sono moltissime persone, ragazzini che non hanno accesso alla didattica a distanza, perché per un solo alunno in isolamento non viene attivata, lavoratori autonomi, partite iva, che se stanno a casa non possono lavorare. La domanda allora nasce spontanea, come mai alla Fiera non arrivano i pazienti che ci si aspetterebbe?

dall’Esercito fanno sapere che la struttura allestita alla Fiera potrebbe somministrare oltre 400 tamponi al giorno, ma la competenza dei militari si limita esclusivamente a questo, fare i tamponi. Per tutto quello che concerne le prenotazioni, il trattamento dei dati sensibili e soprattutto la processazione dei tamponi, la competenza è in capo all’Ats: oggi per esempio, sono stati prenotati 200 dipendenti Inps.

Ieri invece non è stato effettuato nemmeno un tampone, sembra non sia arrivato nessun paziente prenotato. Mentre se ne sono presentati diversi, come capita ogni giorno, privi della necessaria documentazione che attesti la prenotazione. Abbiamo chiesto all’Ats come mai, il numero di persone che viene prenotato per il tampone alla Fiera è così basso rispetto al numero di test che si possono effettuare, e come mai addirittura ieri non ne sia stato somministrato nessuno: «Il servizio drive through è attivo e funzionante oggi. Lavora a pieno regime», questa la risposta, anche se appunto, il pieno regime dovrebbe essere 400 tamponi e non 200.

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