Site icon cagliari.vistanet.it

Da Bratislava lo chef sardo Andrea Ena, ai tempi del Covid: «Aperti sino alle 22. Non possiamo lamentarci»

bratislava-ristorante-andrea-ena

La pandemia Covid-19 ovunque, in Europa. Qua e là sono diversi i sardi che la vivono e raccontano. Soprattutto nel mondo della ristorazione, in Italia fortemente colpito dalle restrizioni anti-contagio. Tra questi c’è lo chef di Decimoputzu Andrea Ena che con il suo ristorante U-Taliana ha fatto conoscere i piatti più squisiti di Sardegna in terra slovacca.

L’est Europa nella morsa del Covid e Repubblica Slovacca chiamata allora a restrizioni. Ma il lavoro degli chef non si ferma. «Qui un mese fa hanno fatto fare il test o tampone antigenico naso/faringeo quasi a tutta la popolazione. Il primo fine settimana hanno testato 3,6 milioni di persone. È stata riscontrata una percentuale minima di positività».

 

Test rapidi, racconta Ena, di 15min e risultato quasi immediato. E lo chef diventa così testimone sardo delle nuove modalità di lavoro dei ristoratori in terra slovacca. «Ora le scuole sono chiuse, eccezion fatta per la prima elementare. Il resto a casa. Palestre aperte con limitazioni. Aeroporto quasi chiuso. Un volo al giorno per Inghilterra e basta» spiega Ena.

«I ristoranti rimangono aperti sino alle 22 e possono tenere aperte le terrazze estive o invernali, con almeno due porte aperte e posti ridotti. Noi così funzioniamo almeno per un 60%, più consegna a domicilio o asporto. Io su 60 dipendenti, 15 li ho dovuto lasciare a casa e per ora lo Stato ha promesso 80% di aiuti per i dipendenti che abbiamo».  Ma aggiunge «Non ci lamentiamo. Lavoriamo e facciamo ciò che è possibile almeno nelle norme e nel
rispetto delle leggi».

 

 

 

Exit mobile version