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Le chiese dei borghi minerari sardi: piccoli gioielli dedicati alla spiritualità delle comunità

foto Pargo Geominerario della Sardegna

In Sardegna il culto di Santa Barbara è profondamente sentito. Patrona dei Minatori, Vigili del Fuoco, Artiglieri e Marinai in nell’Isola conta numerose chiese intitolate al suo culto. E non potrebbe essere altrimenti vista la profonda cultura mineraria che permea la società sarda.
Santa Barbara visse nella metà del terzo secolo dopo Cristo.

Era nata a Nicomedia, città di mare dell’odierna Turchia. Dopo aver rifiutato numerose proposte di matrimonio si convertì al Cristianesimo. Suo padre, pagano non sopportò la scelta della figlia così la denunciò per cercare di farla abiurare. Tuttavia la giovane non cedette e fu sottoposta a un orribile martirio. Miracolosamente nonostante le terribili torture, non sentiva alcun dolore e dunque continuò a rifiutare di rinnegare la sua fede. Tanto che suo padre accecato dall’odio la uccise decapitandola con la spada.

Dio indignato da tanta violenza, Decise di punirlo. Un rombo scosse  la terra mentre una folgore lo fulminò , riducendolo in polvere. Il culto di Santa Barbara si affermò ben presto in Oriente, diffondendosi dal XV secolo in Occidente. E proprio per quella esplosione Santa Barbara divenne la protettrice di tutti coloro che lavorano con il fuoco.

Per questa ragione le chiese che vennero costruite nei borghi minerari venivano quasi sempre dedicate a Santa Barbara. Un bellissimo esempio si trova a Montevecchio. Borgo minerario nel territorio di Guspini. La chiesetta, un piccolo gioiello della seconda metà dell’800 era in origine la cappella di faglie del direttore della miniera. Infatti fu edificata tra il 1869 e il 1877.

A ridosso della splendida palazzina della direzione, fu progettata per volontà di Giovanni Antonio Sanna. Le dimensioni sono molto ridotte, in quanto nasceva come luogo di culto della famiglia. All’interno decorata nel soffitto azzurro scuro con stelline dorate in rilievo ricorda il cielo. Nella facciata esterna che risulta alle spalle della casa della direzione presenta un piccolo campanile a vela.
La chiesa consacrata è ancora regolarmente utilizzata per le funzioni religiose e vi si celebra la messa il sabato sera per la piccola comunità che ancora risiede nel borgo, e si celebrano anche matrimoni e altre cerimonie.

 

Santa Barbara a Ingurtosu
Intitolata, e non poteva essere altrimenti, alla protettrice dei minatori, Santa Barbara la chiesetta del borgo di Ingurtosu abbarbicata su una ripida salita, merita senz’altro una visita. Anche perché affrontata la gradinata si potrà godere di un meraviglioso panorama.

Foto Parco geominerario della Sardegna

La chiesa, dalla struttura molto semplice, presenta una copertura è a doppio spiovente. In fondo al lato sinistro, accanto all’abside, si eleva il campanile a canna quadrata culminante con quattro monofore.

foto Parco geominerario della Sardegna

La facciata, realizzata con semplici pietre locali sbozzate, presenta il portale d’ingresso sormontato da un arco trilobato affiancato da due agili monofore. Al centro della facciata una elegante lunetta reca tracce di un dipinto raffigurante la Santa Vergine circondata da angioletti alati, che però necessiterebbe di un urgente restauro.

foto Parco Geominerario della Sardegna

L’interno è costituito da tre navate, con pilastri di ordine dorico. Il presbiterio con l’altare e il tabernacolo è separato dalle navate da una elegante balaustra in marmo. Il soffitto è piano e decorato con marmi e affreschi. Per accedere alla chiesa si deve percorrere una monumentale scalinata ai piedi della quale si trova un monumento dedicato al proprietario della miniera del periodo in cui fu edificata la chiesa: Lord Thomas Allnutt Brassey.

 

 

Foto Parco Geominerario della Sardegna

La chiesa fu costruita a cavallo della Prima guerra mondiale tra il 1914 e il 1916. Fu inaugurata da Monsignor Manueli il 21 maggio 1916. Per la sua realizzazione anche Papa Pio X fece una donazione di 20mila lire. A un certo punto dell’attività estrattiva, i minatori erano diventati molto numerosi e avevano le famiglie al seguito. Partecipare alle funzioni religiose domenicale e a quelle legate alle festività diventava un problema, in quanto si dovevano spostare nei borghi o paesi vicini, così si decise di edificare una chiesa proprio nel borgo e si scelse un punto particolarmente alto, simbolicamente più vicino al cielo.

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