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Vanno in farmacia per il ritiro referti Covid ma senza rispettare la quarantena. La protesta dei farmacisti

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Da circa una decina di giorni e a tutt’oggi, nelle farmacie sarde si riversano cittadini per ritirare il referto del tampone COVID. Alcuni hanno riferito che sarebbero state le stesse strutture della Asl a suggerire di recarsi in farmacia, circostanza poi smentita dall’Ats. Diversi assistiti, dopo aver fatto il tampone a seguito di sintomatologia o tracciamento (cioè dopo aver avuto contatti con soggetti positivi negli ultimi 14 giorni), si sarebbero recati personalmente in farmacia.

Federfarma, già lo scorso 20 ottobre, aveva chiesto all’ATS un intervento volto a trovare una soluzione che consenta al cittadino di poter avere accesso al referto con modalità alternative, ricordando che le farmacie hanno la responsabilità di tutelare sia i cittadini sia i propri dipendenti, rispettando rigorosamente la normativa disposta per fronteggiare la pandemia. A questo proposito, il soggetto che si sottopone al tampone COVID probabilmente presenta già una sintomatologia o è stato comunque a contatto con soggetti che sono risultati positivi, e quindi dovrebbe tra l’altro astenersi dall’accedere a locali quali le farmacie al fine di scongiurare ulteriori contagi. L’Assessorato alla Sanità ha diramato degli indirizzi secondo cui “in alcun modo il cittadino deve interpretare la necessità di disporre di un’identità digitale come un motivo per violare la quarantena (per esempio recandosi in ASSL o in farmacia per attivare la propria tessera sanitaria o ritirare fisicamente il referto)”. Federfarma ha quindi invitato le farmacie a sospendere cautelativamente il servizio di ritiro referti del tampone Covid-19 in farmacia per i cittadini soggetti a tracciamento o con sintomatologia. Ciò in considerazione della primaria responsabilità di protezione della salute e della tutela dei cittadini e dei farmacisti.

“Stiamo attivando circa 1500 tessere sanitarie al giorno” spiega Francesco Danero, presidente Federfarma Cagliari e Sud Sardegna. “Vista la situazione, sarebbe utile che la Regione implementi un meccanismo di delega meno restrittivo per l’attivazione delle tessere sanitarie” continua Danero. “Una volta che la tessera viene attivata, il cittadino può attivare il Fascicolo Sanitario Elettronico anche da casa in autonomia e il referto COVID è consultabile anche tramite il medico di famiglia o il pediatra. Auspichiamo la collaborazione di tutti gli operatori sanitari, pubblici e privati, per soddisfare le esigenze dei cittadini e promuovere l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico a tutela della comunità”. Attualmente, sul sito della Regione si legge infatti che l’attivazione per delega è consentita solo in caso di malattia che renda impossibile recarsi agli sportelli di attivazione per un tempo superiore ai tre mesi ed è necessario presentare un certificato medico non riportante la diagnosi. Per gli assistiti asintomatici e non soggetti a tracciamento, le farmacie restano disponibili ad attivare in farmacia sia la tessera sanitaria sia il Fascicolo Sanitario Elettronico; resta possibile il ritiro referti nella generalità dei casi.

L’attivazione e la consultazione del FSE non sempre è agevole: ad esempio, c’è chi ha smarrito la tessera oppure ha una vecchia tessera scaduta o senza microchip. In tali casi, la consultazione di un referto COVID tramite FSE può risultare molto problematica, ma qualcuno ha trovato soluzioni alternative. Nella ASSL di Sanluri è possibile richiedere l’esito del tampone inviando una semplice mail all’indirizzo: refertitamponi.sanluri@atssardegna.it. Il servizio procede a rilento ma potrebbe comunque essere una soluzione per chi non riuscisse ad accedere al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico. Federfarma Cagliari è l’associazione di categoria che riunisce tutte le 256 farmacie di Cagliari e Sud Sardegna.

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