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Dpcm e palestre, a Cagliari la voce di gestori e istruttori: «Contagio più facile in pullman, non qua»

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Il nuovo Dpcm fa tremare il mondo del fitness. Concessi infatti ancora pochi giorni a palestre e piscine per mettersi in regola con i protocolli, mirati a fronteggiare il contagio da Covid-19. Eppure, sono in tanti i gestori e gli istruttori che, queste misure di prevenzione, le avevano già prese a partire dallo scorso maggio, alla riapertura dopo le settimane di lockdown. «Che cosa c’è da fare ancora? Non lo sanno nemmeno loro» sostengono gli addetti ai lavori di Cagliari, che dopo aver lavorato tutta un’estate in perdita, ora si ritroverebbero, nella più sciagurata delle ipotesi, a dover chiudere comunque. Per la prossima domenica 25 ottobre si attende infatti un nuovo Dpcm, con ulteriori restrizioni. Forse la sentenza è già stabilita.

 

Nuovi protocolli palestre, igienizzazione da mani a piedi: «Ho speso migliaia di euro»

Già a partire dallo scorso mese di maggio le palestre si sono adeguate alle nuove disposizioni, in nome della salute degli atleti. Igienizzazione delle mani e mascherina all’ingresso sono ormai cosa quotidiana, insieme al controllo della temperatura all’ingresso. Ma c’è pero l’ulteriore disinfettazione della suola delle scarpe, mediante gel alcolici.  Lo sa bene Luciano Manca, dal 1990 alla gestione della storica Gymnasium in via Mameli. «Ho speso tra i 4 e i 5000 euro per adottare misure di igienizzazione scrupolosissime. E sono rimasto chiuso da marzo sino alla fine di maggio».  E c’è di più. Per aumentare gli spazi fra gli atleti, all’interno della sala pesi, oltre alle limitazioni di ingresso, molte macchine e panche sono state messe “fuori servizio”, benché siano perfettamente utilizzabili. «Questo ovviamente è un costo in più – sottolinea Manca – la mia sala può contenere fino a 30 persone, ma io ne faccio entrare massimo 12. Meno della metà. Alcune macchine non si possono usare, ma così si creano malumori fra i clienti».

Luciano Manca, palestra Gymnasium.

 

Palestre, tante restrizioni e poche certezze: «Stanno solo prendendo tempo. Se vogliono ci richiudono»

Limitazioni e restrizioni nelle palestre. Anche negli spogliatoi, con le docce chiuse alternativamente e spogliatoi con un numero massimo di atleti ridotto all’osso. E uso delle mascherine in sala, eccezion fatta durante l’esecuzione dell’esercizio. «Non c’è niente di più rispetto a maggio – spiega Lino Fanni, da 32 anni alla Body Sport nella via Malta –  e noi abbiamo fatto tutto. Ma credo che, se vogliono, trovano il pelo nell’uovo e ci richiudono nuovamente». Una sentenza, già scritta, forse. Ma di certo, all’indomani dal discorso del presidente del Consiglio Conte, domenica scorsa, è cresciuta l’incertezza fra i clienti delle palestre. «Molti non hanno rinnovato – spiega nuovamente Manca – perché hanno paura in una nuova chiusura. Ma qui siamo praticamente “covid free” e le storie su Instagram che mettiamo lo dimostrano. È più facile il contagio in pullman o negli assembramenti nelle piazze, che non in sala pesi».  E intanto lancia l’idea: «Perché non ci dicono, a seconda dei metri quadri che abbiamo a disposizione, quante persone esattamente possono allenarsi in sala? Così ci regoliamo e accontentiamo i clienti».

Lino Fanni della Body Sport di via Mameli.

Palestre, al via i controlli Nas. Tanto scetticismo. «Siamo un servizio essenziale per il fisico e la mente»

E intanto sono partiti i controlli a tappeto di palestre e piscine da parte dei Nas. Multe salate e chiusure sono previste per eventuali inadempienze. Ma da parte di tanti c’è molto scetticismo sull’efficacia dei monitoraggi. «Come fanno a controllare tutte le palestre al livello nazionale? Fanno controlli a campione? E se qualcuno sbaglia, ci dobbiamo rimettere tutti?» ci si chiede nelle sale pesi cagliaritane. Eppure, per tante persone, la palestra è un servizio essenziale. Non ha dubbi Tiziana Raffo, vice presidente della Forma Kalaris. 49 anni e sin dall’adolescenza una vita dedicata allo sport. Anche dalle parti di via Caboni il lavoro di igienizzazione è costante, da mattina a sera. E tutte le misure di prevenzione sono state rispettate. Ma per tanti, come sostiene la Raffo, lo sport non è un semplice passatempo. «Questo è un servizio essenziale, per il corpo e la mente. Soprattutto dopo il lockdown, quando le persone si sono ritrovate sole e senza possibilità di movimento. Pensiamo agli anziani, ad esempio. Io qui seguo una vecchina di 90 anni. Come potrebbe fare se dovessimo richiudere?».

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