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Saras, la società dei Moratti respinge accuse contrabbando di petrolio Isis

La Saras.

“Saras respinge fermamente ogni associazione del nome della società al contrabbando di petrolio e di carburante, in quanto del tutto priva di fondamento e lesiva della immagine propria e dei collaboratori del gruppo”. La risposta della società petrolifera dei Moratti all’articolo di “Repubblica” ‘Il petrolio dell’Isis nelle raffinerie sarde. Saras sotto inchiesta’ (ANSA).

 

“Nell’articolo si fa riferimento a un’inchiesta del Tribunale di Cagliari rispetto la quale siamo a disposizione nella piena consapevolezza della bontà e della trasparenza delle operazioni effettuate dal Gruppo”, si legge nella nota di Saras. L’azienda fa infine sapere che si riserverà ogni iniziativa a tutela del proprio buon nome (ANSA).

 

Come riportato dall’Ansa, l’ipotesi su cui stanno lavorando i pubblici ministeri Danilo Tronci e Guido Pani riguarda il presunto arrivo nella raffineria di Sarroch, la più grande d’Europa, di barili provenienti dallo stato islamico – partendo dall’Iraq e passando dalla Turchia – acquistati a prezzi estremamente convenienti.

 

Il fascicolo ipotizza i reati di riciclaggio, falso e reati fiscali, mentre nel registro degli indagati sarebbero finiti i vertici aziendali, Franco Balsamo e Marco Schiavetti. Tuttavia, la parte cruciale dell’inchiesta risulterebbe ancora contro ignoti e ipotizza un finanziamento all’organizzazione terroristica jiadista risalente al 2015. Sotto il controllo dei finanzieri sono finiti anche i viaggi di alcune navi della britannica Petraco Oil Company, arrivate a Sarroch nel 2016, con acquisti di prodotti da società delle Isole Vergini.

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