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Cagliaritana, 39 anni, parla Cecilia Marogna. Becciu? «Lo conobbi dopo avergli inviato una mail»

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L’intervista, pubblicata questa mattina sul Corriere della Sera, a Cecilia Marogna, la 39enne cagliaritana “tesoriera” del cardinale Becciu. La donna, madre di una bambina, racconta la sua storia, di come ha conosciuto il cardinale, della sua formazione professionale e delle chiacchierate borsette e oggetti di lusso che avrebbe acquistato con i soldi della Segreteria di Stato. Riportiamo l’intervista alla Marogna la quale smentisce le indiscrezioni che la dipingevano come la donna di Becciu.

«Quelle su di me? Tutte falsità! Io amante del cardinale? Assurdo. Sono un’analista politica e un’esperta di intelligence, che lavora onestamente e che vive in affitto mantenendo sua figlia».

«Ho alle spalle una formazione scientifica, poi studi di geopolitica perfezionati in Libano. Ho dei forti valori cattolici e una formazione clericale, pur se mia figlia è nata fuori dal matrimonio. Mi definirei una studiosa di temi internazionali. Nel 2013 ho dato il mio contributo al Forum Mediterraneo che si è tenuto a Cagliari, che ha visto la partecipazione di numerosi capi di Stato del Nordafrica. Ho collaborato anche con la Camera di commercio italo-araba di Roma stabilendo rapporti di estrema stima con figure istituzionali dell’Egitto, della Siria, della Giordania e di altri paesi mediorientali».

Ecco come la donna avrebbe conosciuto il cardinale. «Gli ho scritto una mail, era il 2015, per capire se le mie analisi fossero corrette, e quali fossero i problemi di sicurezza delle Nunziature e delle Missioni vaticane in contesti pericolosi. Mi ha ricevuto a Roma in Segreteria di Stato, doveva essere un colloquio di 20 minuti ma è durato un’ora e mezzo. Mi disse: “Mi sembra strano che una giovane donna come lei si interessi di questi temi”. Nacque un rapporto di stima sfociato in una collaborazione operativa. Mancava una diplomazia parallela nei Paesi nordafricani e medio-orientali, ma io sapevo cosa fare e come muovermi, anche per ridurre i pericoli derivanti alle Nunziature e alle missioni dalle cellule terroristiche presenti in quei Paesi».

Per ciò che riguarda il bonifico da 600mila euro, la Marogna sostiene si trattasse di 500mila. «Non erano 600mila, ma 500mila su 4 anni e incluso il mio compenso, i viaggi, le consulenze uscite da quel conto, situazioni da gestire in varie aree ad alto rischio. I soldi sono giunti a tranche sulla mia società in Slovenia che si occupa di missioni umanitarie. Ho contatti e rapporti in vari Paesi». Le borsette, da quanto avrebbe dichiarato «Era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare col presidente del Burkina Faso al fine di vigilare su rischi e pericoli per le Nunziature e le missioni vaticane…».

I rapporti con Flavio Carboni e il massone dissidente Gioele Magaldi. «Carboni lo conobbi per questioni geopolitiche, per farmi raccontare vicende e dare informazioni. Ma anche perché mi interessavo della Anonima sequestri. Magaldi lo conobbi anni fa, aveva costruito un thik thank e mi aveva invitato alla presentazione».

 

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