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Caso Becciu, spunta una donna cagliaritana e una pista di ricchi bonifici sospetti in suo favore

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Caso Becciu: coinvolta una donna cagliaritana. I bonifici partiti dalla Segreteria di Stato Vaticana sarebbero stati destinati a una cagliaritana che sarebbe legata da un rapporto fiduciario al cardinale Angelo Becciu. In Vaticano la donna, Cecilia Marogna, 39 anni, era conosciuta come la “nipote” del cardinale. I soldi delle offerte per comprare borsette di lusso. Questo il sospetto sollevato da un’inchiesta giornalistica che ruota sul ruolo di una donna di Cagliari.

Secondo quanto riportato da Adnkronos, Becciu avrebbe chiesto a monsignor Alberto Perlasca, all’epoca a capo dell’ufficio amministrativo della SdS, “di girare vari bonifici da 600 mila euro su un conto segreto intestato a una società slovena, la Log Sic D.o.o.”, di cui è managing director proprio Marogna. I soldi, secondo Becciu, sarebbero dovuti servire a operazioni segrete umanitarie in Asia e Africa, anche se, a quanto sospetterebbero gli inquirenti vaticani, buona parte del denaro sarebbe invece finita nell’acquisto di borsette, cosmetici e altri beni che hanno poco a che fare con le missioni caritatevoli della Chiesa. Rivelazioni alla luce delle quali il cardinale si sarebbe detto “truffato” (e pronto a sporgere denuncia). Becciu spiega di aver girato questi soldi in totale buona fede.

La donna – un’esperta in relazioni diplomatiche e diplomazia parallela che lavora in Slovenia e che dal 2016 coordinerebbe le attività di intelligence per la Segreteria di Stato a quanto scrive il Domani – sarebbe entrata in contatto con il cardinale nel 2016, quando Becciu era Sostituto della Segreteria di Stato, proponendosi come mediatrice su crisi internazionali di vario genere. E da Becciu avrebbe ricevuto una lettera di presentazione a sua firma, dove lei risulterebbe lavorare per il Vaticano come esperta diplomatica. Ora bisognerà stabilire se davvero la Marogna ha avuto questi denari senza aver dato alcun corrispettivo, commettendo quindi peculato.

 

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