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Covid, da domani si arriva in Sardegna solo con tampone o certificato. Opposizione: «Ordinanza inapplicabile»

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La nuova ordinanza anti-Covid firmata dal governatore della Sardegna Christian Solinas tre giorni fa prevede che, da domani, lunedì 14 settembre i passeggeri che arrivano nell’Isola siano “invitati” a presentare un certificato di negatività al virus agli imbarchi di navi e aerei o a autocertificare di essere risultati negativi a un test sierologico, molecolare o antigenico. In assenza del certificato devono effettuare un tampone entro le 48 ore dall’arrivo e a comunicarne l’esito alle Asl.

Come precisa l’assessore della Sanità della Regione Sardegna, Mario Nieddu all’Ansa, “non c’è l’obbligo di presentarsi all’imbarco con una certificazione di negatività perché nell’ordinanza si parla solo di un invito, c’è però l’obbligo di sottoporsi a tampone molecolare o antigenico in Sardegna entro 48 ore dallo sbarco se non si è esibita la certificazione richiesta”. Tutti i passeggeri prima dell’imbarco sono comunque tenuti – come precisato nell’ordinanza – a registrarsi con i moduli scaricabili dal sito della Regione, e da trasmettere poi per via telematica, o attraverso l’app Sardegna sicura.

Nella stessa ordinanza oltretutto viene imposto l’obbligo di indossare le mascherine 24 ore su 24 anche all’aperto nei casi non sia possibile rispettare la distanza di distanziamento minima di un metro. Inoltre, in vista della riapertura delle scuole, prevista in Sardegna il 22 settembre, con l’ultimo provvedimento viene portata all’80% l’occupazione dei posti a sedere sui mezzi di trasporto pubblico locale.

Ma l’opposizione reputa inapplicabile la nuova ordinanza: il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau la considera “ambigua, incompatibile con la Costituzione, un boomerang per il settore turistico perché arrivare in Sardegna comporterà complessità che altre Regioni non hanno”. Dello stesso parere il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus: “E’ inapplicabile perchè l’ordinanza sancisce l’obbligo di fare il tampone entro due giorni a chiunque entri in Sardegna. Oggi però ne passano quattro o cinque per riuscire a fare un tampone a chi ha i sintomi”. Insomma, “se anche venisse giudicata compatibile con la Costituzione visto il grave problema sanitario, l’ordinanza è comunque incompatibile con la realtà”.

 

 

 

 

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