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Covid-19, il ‘limbo’ di una 31enne: “Nove giorni per avere il risultato del tampone”

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Un po’ di tosse, qualche linea di febbre e quindi il dubbio: avrò mica il Coronavirus? È capitato a tante persone in Italia e nel mondo in questi mesi. Lo stesso dubbio è venuto a una nostra lettrice, una 31enne residente nella città metropolitana di Cagliari che ha dovuto attendere nove giorni per avere il risultato del tampone.

La ragazza, dopo aver notato di avere qualche linea di febbre e mal di gola, sabato 22 agosto ha contattato il suo medico di base riportando i propri sintomi. «Da tempo soffro di una forma di bronchite e così ho chiesto al mio medico cosa fare – racconta la giovane -. D’accordo con lui ho chiamato i numeri per l’emergenza Covid-19. In poco tempo sono stata ricontattata dall’Unità di crisi che mi ha convocata al Santissima Trinità martedì 25 agosto per sottopormi al tampone».

«Sono andata nel reparto Covid-19 dell’ospedale e ho eseguito il test – racconta ancora la ragazza -. Tutto si è svolto regolarmente, con le procedure di sicurezza e senza intoppi. Sono rientrata a casa, dove mi trovavo già dal sabato prima in isolamento preventivo, per proseguire la mia quarantena in attesa dell’esito del tampone».

Esito del tampone che la nostra lettrice, che ci ha contattato per raccontarci la sua odissea, ha inspiegabilmente ricevuto a distanza di nove giorni e solo dopo aver tempestato di chiamate i numeri utili.

«Ho iniziato a chiamare tutti i numeri nella speranza di trovare qualcuno che mi potesse spiegare cosa fosse successo – racconta -. Un gioco al rimbalzo da un numero all’altro senza alcuna risposta. Ho contattato tutti, Unità di crisi, ospedale e persino l’Assessorato alla Sanità che si è detto “sconcertato” dell’accaduto. L’unica persona che mi ha risposto è stata una dottoressa del Santissima Trinità che ha verificato l’esistenza del mio tampone e del suo esito nei database dell’Ats. Mi ha detto che gli esami erano stati fatti da un centro analisi esterno all’ospedale e che l’esito era disponibile ma che lei non poteva comunicarmelo. Spetta infatti all’Ats la comunicazione dei risultati del tampone».

Insomma, in nove giorni nessuno si è premurato di mettere al corrente la ragazza del suo stato di salute. Nel frattempo lei è rimasta a casa con tutti i disagi che ne possono conseguire.

Oggi, dopo l’ennesima telefonata, l’Unità di crisi le ha comunicato (solo verbalmente) l’esito negativo del tampone. Inoltre per avere un documento scritto che certifichi l’esito del tampone, le è stato detto di inviare una mail a un indirizzo apposito.

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