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Sardegna nemico pubblico numero uno: la caccia all’untore prende di mira l’Isola

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Non bastava l’anziano (cit. da Ragnedda, sindaco di Arzachena) Flavio Briatore in uno scatto d’ira funesta a seguito della chiusura del suo locale in Costa Smeralda, il famigerato Billionaire, simbolo di un’epoca che per la maggior parte delle persone non esiste più ma cui, evidentemente per una questione d’età, il sopra citato è ancora legato con le unghie e con la dentiera, a continuare la sua solfa contro i sardi.

Foto collage de La Nuova Sardegna con il sindaco di Arzachena, Ragnedda e Briatore

No, ci voleva la stampa tutta che ormai definisce la nostra terra “Isola del Covid”, “untrice”, “bomba epidemiologica”: ebbene si, se fino a un mese fa eravamo Covid-free, adesso il Covid pare che noi tutti lo si produca. Sarà colpa delle due pecore frequentatrici di Arzachena e del sindaco Ragnedda? Nel dubbio ormai si è scatenata l’orda barbarica che vuole dimostrare a ogni costo che qui ci si ammali.

Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio chiede addirittura di fare tamponi a tappeto a tutti i cittadini laziali che rientrano dall’Isola e dice: «Oggi nel Lazio si registrano 215 casi e zero decessi, di questi il 61% sono link di rientro. Oggi è record di positivi, mai così tanti, legati prevalentemente ai casi con link dalla Sardegna 45% (97 casi)». Insomma, fate i tamponi prima di rimbarcarvi per il ritorno nel Lazio: ma quando mai preoccuparsi di consigliarli prima di venire qui? Indi per cui la colpa è nostra, che di positivi praticamente prima non ne avevamo e ora, inspiegabilmente, si riproducono come funghi nel bosco.

Addirittura un noto coreografo, Luca Tommassini, forse non capendo bene la portata del post che si apprestava a pubblicare (ma, insomma, evidentemente è troppo complicato collegare pollice e cervello prima di cliccare), neanche di sua creazione ma addirittura repostandolo da un non ben noto profilo de “Il Rammaricato”, scrive: “Poveri noi, sono decine di migliaia i turisti italiani sull’isola (anche in minuscolo, ndr.) e torneranno tutti. Tanti dipendenti del Billionaire di Briatore risultano contagiati dal virus. Tutti i dipendenti in quarantena. A me sembrava assurdo aprire le discoteche e infatti”, cui fa seguito un’immagine in cui campeggia la scritta, “Sardegna is the new Codogno”. Ora, a voi giudicare, riflettere, esprimere il vostro pensiero: non bastava a Codogno e ai suoi cittadini passare tutto quello che hanno passato? Si può ironizzare o discutere in questi termini di una tragedia simile? Cosa c’azzecca poi il caso Sardegna con quello di Codogno?

Ed ecco che, finalmente, al di là dell’Isola, qualcuno si accorge che tutto questo sputare ignoranza non ha senso, né significato alcuno. Quel qualcuno è Rita Dalla Chiesa, la popolare giornalista e conduttrice televisiva, volto pulito, elegante e colto della tv italiana che, sui suoi profili social, ecco cosa posta: “Basta aggredire la Sardegna. Siete andati tutti lì perché sapevate che era uscita ‘pulita’ dal Covid. E voi, con la vostra incoscienza, l’avete infettata. Siete voi gli unici colpevoli. Se l’aveste rispettata la gente avrebbe potuto continuare a lavorare…”.

L’altro volto noto che prende le nostre difese è Geppi Cucciari che, però, da buona sarda, gioca in casa: “Talvolta le parole sono pietre. E noi, storicamente, le pietre sappiamo tirarle, se non le usiamo per fare i nuraghi. E allora usiamole per costruire ponti. Vogliamoci bene l’un l’altro”.

Ci hanno additato come i nuovi untori e ne usciremo a testa alta ma una riflessione sorge spontanea: sono state aperte le porte agli italiani e turisti in vacanza, nella speranza di far ripartire l’economia e di far trascorrere ai visitatori le agognate ferie dopo mesi di chiusura quasi totale. Ma forse la fiducia è stata troppa: forse una presa di posizione più dura ci avrebbe “salvati”, quantomeno da questa gogna mediatica. I “ve l’avevo detto” adesso servono a poco, del famoso senno di poi sono stracolme le fosse. Sardegna non è Billionaire, Sardegna non è discoteche, Sardegna non è solo vacanze. Sardegna è anche un popolo che, inutile scriverlo, doveva essere tutelato, con le unghie e coi denti (e non con la dentiera di Briatore).