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Il Consiglio comunale di Cagliari esprime solidarietà unanime allo studente egiziano Patrick Zaky

patrick e giulio

Patrick George Zaky è uno studente di 27 anni dell’Università di Bologna e attivista per i diritti umani. Il 7 febbraio tornava nel suo paese, l’Egitto, per passare qualche giorno dalla sua famiglia. Non è mai arrivato a casa: gli agenti della polizia egiziana lo hanno bloccato all’aeroporto del Cairo appena sbarcato senza dargli alcuna spiegazione e lo hanno trattenuto per 24 ore prima di dare notizia ai familiari: arrestato e incriminato per “istigazione al rovesciamento del governo e della Costituzione” per aver pubblicato notizie false con l’intento di disturbare la pace sociale, per aver incitato proteste contro l’autorità pubblica, per aver utilizzato i social network per minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica e per aver istigato alla violenza ed al terrorismo.

Sono passati 167 giorni da quel 7 febbraio: in questi mesi, come riferiscono i suoi legali, Patrick è stato minacciato, picchiato, torturato e sottoposto all’elettroshock. Le udienze per l’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati è stata continuamente rinviata a causa dell’emergenza coronavirus, e a nulla sono valsi i ripetuti appelli di familiari, amici, rappresentanti della società civile italiana, egiziana e delle associazioni per i diritti umani egiziane e internazionali che hanno sottolineato l’ingiustizia di una detenzione simile e le precarie condizioni di salute di Zaky.

Il 7 maggio e il 13 luglio si è deciso di rinnovare la detenzione in carcere; il 27 luglio il tribunale egiziano ha stabilito che Patrick Zaky starà in carcere ancora altri 45 giorni.

«Senza prove, senza un processo, nel totale disprezzo dei diritti umani – sottolineano i consiglieri e le consigliere del centrosinistra al Consiglio comunale di Cagliari (Giulia Andreozzi, Marco Benucci, Marzia Cilloccu, Andrea Dettori, Francesca Ghirra, Matteo Lecis Cocco Ortu, Fabrizio Marcello, Matteo Massa, Francesca Mulas, Rita Polo, Guido Portoghese, Anna Puddu, Camilla Soru) – Una storia che ricorda una ferita ancora aperta per l’Italia: la drammatica sparizione di Giulio Regeni in Egitto, torturato e ucciso senza che siano mai stati trovati i responsabili. In tutto questo la diplomazia italiana e l’ambasciatore italiano al Cairo non sembrano essere stata incisiva come aveva annunciato.  Con queste premesse crediamo sia doveroso mettere in atto tutte le azioni possibili per sensibilizzare l’opinione pubblica e esercitare pressioni su chi oggi ha la responsabilità e il compito di salvare la vita a un innocente. Per questo motivo anche a Cagliari, sull’esempio di quanto hanno già fatto diverse città italiane, con quest’ordine del giorno, primi firmatari Matteo Lecis Cocco Ortu e Giulia Andreozzi, abbiamo chiesto al Consiglio comunale di impegnare la Giunta e l’amministrazione tutta a esprimere solidarietà, vicinanza e sostegno alla famiglia di Patrick Zaky; a chiedere alla Regione Sardegna e al Governo italiano di impegnarsi in tutte le sedi istituzionali opportune perché si attivino per il rilascio di Patrick Zaky. Il sindaco Paolo Truzzu ha firmato con noi questo impegno».

«Non vogliamo credere che il finale di questa storia sia già scritto – concludono gli esponenti del centrosinistra. – Patrick tornerà a casa, tornerà dalla sua famiglia e dai suoi amici, continuerà gli studi a Bologna, e lo farà con l’amicizia e il sostegno di tutti noi».

 

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