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Cani e pipì in strada: «Per i cani non è solo bisogno ma relazione sociale», «L’ordinanza? Un contentino per gli intolleranti»

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Dal 15 giugno (e sino al 31 ottobre) tutti i proprietari di cani (compresi dogsitter) devono munirsi, durante l’accompagnamento dei quattro zampe in passeggiata, di apposite bottigliette, spruzzatori o altri contenitori d’acqua da versare all’occorrenza. Insomma il sindaco Truzzu ha deciso: quando portate in giro il vostro cane, pulite la pipì con dell’acqua. Come è facile immaginare l’ordinanza comunale ha scatenato polemiche di ogni genere sia tra padroni che non. Noi di Vistanet abbiamo sentito il parere dei cagliaritani, a distanza di qualche giorno dalla novità.

«Ritengo sia la dimostrazione palese dell’inutilità di un provvedimento», non la manda a dire Stefania Corona, professoressa e proprietaria di due cani. «L’acqua non elimina gli odori, chi ha degli animali dovrebbe saperlo bene. Io ad esempio ho un cortile e se lavo solo con acqua l’odore non va via, devo usare o aceto o varechina. Ritengo che la responsabilità delle persone stia nel non fare fare pipì ai cani dove può dare fastidio ad esempio gli ingressi di case o negozi, sotto le finestre o catene di scooter/bici perché lì ci mettiamo le mani».

«Per i cani fare pipì non è solo un bisogno fisiologico ma è una modalità di relazione sociale, un loro “whatsapp”. L’acqua non fa che esasperarli e confonderli, spande la pipì e i miei stessi la fanno e la rifanno dove si è sciacquato. È un contentino per gli intolleranti che confondono padroni educati con padroni maleducati. È oltretutto poco ecologico perché chi è maleducato è maleducato anche con le bottigliette, basti guardare le foto che ho fatto, si stanno moltiplicando per le strade. Non è coi divieti che si educano le persone o colpendo tutti per educarne alcuni», conclude la professoressa, chiaramente contraria e contrariata dalla nuova ordinanza.

C’è anche chi è d’accordo: «Mi sono stufata di trovare un lago nel gradino del portone di casa ogni mattina. Per non parlare dei mastelli della differenziata, sempre sporchi. E io dovrei riportarmeli a casa così? Chi ha un animale domestico deve garantire alla perfezione anche il suo mantenimento, nel rispetto di tutti», ci dice un abitante del centro storico.

«Ormai esco di casa “in assetto di guerra”, carica di buste, bustine e ora anche la bottiglia. Ma va bene, lo si fa. Il divieto in primis doveva riguardare l’espletamento del bisogno su mastelli e portoni delle case. Perchè alla fine tutto ruota attorno alla maleducazione della gente: basta vedere come si comportano in genere le persone, continuano a buttare spazzatura e rifiuti per terra. Così come alcuni padroni continuano a non raccogliere le feci. Gli stessi continueranno a fregarsene», commenta una commerciante.

«Giusto, giustissimo, ci dice il padrone di due cani che abita in centro. Certo, è più faticoso, inutile negarlo, ma ho iniziato a farlo e speriamo che soprattutto in certe zone la situazione migliori. Resta un fatto: nella via dove abito non c’è uno e dico un bidone dell’immondizia. Mi ritrovo alle volte a dovermi portare a casa la bustina “piena”. Se le regole si vuole che si rispettino, bisogna anche essere messi in grado di farlo nel modo migliore. La pipì la pulirò ma se poi cambio strada e mi trovo un quintale di immondizia buttata a terra, insomma, diciamo che non è proprio un incentivo al rispetto. Le cose se le si vuole fare bene, vanno unite le forze altrimenti non andiamo da nessuna parte».

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