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Riapertura discoteche, rinvio a luglio. A Cagliari le voci di gestori e pr: «Ci sono persone disperate»

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La riapertura di discoteche e locali notturni slitta al mese prossimo. Il mondo della notte sembrava pronto a riaprire i battenti già a partire dal 15 giugno, ma il nuovo Dpcm rinvia la riapertura delle sale da ballo al 14 luglio. Nodo cruciale rimangono anche le regole da seguire per la sicurezza, giudicate forse di difficile attuazione da chi lavora nel settore. E così a Cagliari, alla luce di questo ulteriore stop, la voce di gestori e pr fa sentire la disperazione degli addetti ai lavori che vedono la stagione estiva 2020 sempre più compromessa.

Riapertura discoteche, le nuove regole. Chi ha scelto di non ripartire

Dagli ingressi contingentati e controllati dagli uomini della sicurezza alle prenotazioni online, dal divieto degli assembramenti al bancone sino al rispetto della distanza di due metri nella pista da ballo. Sono queste alcune delle nuove disposizioni ministeriali per il popolo della notte. Misure considerate da qualcuno troppo stringenti, visto il basso rischio contagio Corona Virus nell’Isola, e a volte confusionarie. «Insieme alle nuove, ci sono vecchie linee guida, tra i decreti statali, che non hanno ancora tolto. –  le parole Luciano Guidi, proprietario del Phi Beach in Costa Smeralda – E noi dobbiamo in qualche modo adeguarci al cambiamento. Ma la gente è confusa sulle norme». Ma l’appello è forte chiaro: «Turisti, venite in Sardegna a trascorrere le vacanze».

Ma nel Cagliaritano c’è chi, a prescindere dal rinvio a luglio, ha scelto comunque di rimanere fermo ai box. «Chi ha stabilito queste norme, evidentemente non frequenta questo mondo da anni – le parole del pr Fabrizio Aru del Belvedere Beach de Poetto – e abbiamo scelto di non far partire comunque nessuna serata danzante. Mantenere le distanze di due metri nella pista da ballo? Impossibile».

Fabrizio Aru della discoteca Belvedere Beach del Poetto

Rinvio al 14 luglio, il grido disperato dei lavoratori

Tutto rinviato al 14 luglio, dunque. Ma se chi ha altre attività riesce in qualche modo a cavarsela, per chi invece delle discoteche, e tutto ciò che ruota attorno a esse, ci vive, ecco che la situazione si fa tragica. Soprattutto, considerando le spese affrontate per una riapertura a giugno e l’attuale “limbo”.  Per molti allora i tempi di attesa sono finiti. «Ci sono famiglie disperate, la gente ha perso la pazienza. – dichiara Federico Cordeddu del Soho Discoclub – Le istituzioni adesso ci devono aiutare». E sulla distanza di due metri nella pista da ballo: «Inutile, tanto la gente la finisce in piazza Yenne o in altri locali, dove non si preoccupano di seguire queste normative».

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