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I pazienti ricoverati non possono ancora ricevere visite: l’appello delle associazioni dei malati

Domani, gioved’ 11 giugno si deve riunire la Commissione Sanità, per questo le associazioni che riuniscono i malati chiedono la possibilità di essere ascoltati:

«Nonostante l’appello da noi diffuso nei giorni scorsi, ad oggi niente è cambiato negli ospedali, nelle case di riposo nelle RSA e perfino negli Hospice, della Sardegna che continuano a essere inaccessibili, per i familiari dei pazienti ricoverati. Una situazione inconcepibile e disumana – scrivono le associazioni – che nega anche a bambini disabili pazienti anziani e persone non auto sufficienti il conforto della carezza di un familiare caro in un momento di grande fragilità e perfino di pericolo di vita».

«È questo l’effetto delle prescrizioni scattate ormai da oltre tre mesi legate al pericolo della diffusione del contagio del Covid-19, che continuano a essere imposte in un momento in cui a tutti i livelli si enfatizza l’immagine della Sardegna covid-free, libera dal coronavirus e perciò non più accettabili. Per ribadire la richiesta di un’apertura dei reparti ospedalieri alle visite dei parenti – proseguono i rappresentanti dei malati- pur regolamentate e protette, i rappresentanti delle associazioni “Socialismo diritti riforme”, Fidapa Cagliari, Adiconsum Sardegna, Tribunale del malato, Ail, “Mai più sole contro il tumore ovarico”, chiedono alla commissione sanità del Consiglio regionale, di essere ricevuti in un incontro urgente, nella giornata di giovedì 11 giugno, data della prossima riunione della commissione.

«In quella sede ci proponiamo anche di segnalare la necessità di riavviare da subito gli interventi di chirurgia di elezione nei nosocomi sardi e di aprire celermente le prenotazioni, per esami diagnostici e visite ambulatoriali, particolarmente urgenti per le cure dei malati cronici e per i pazienti di patologie tempo-dipendenti. Non è infatti più possibile accettare passivamente una condizione che apre la strada inevitabilmente a una Sardegna, sicuramente covid-free ma con una popolazione falcidiata da infarti, , ictus, tumori, sclerosi multipla, patologie cardiovascolari e con un indice di persone affette da gravi invalidità – concludono le associazioni – che finiranno col rendere ancora più povera e debole la nostra comunità».

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