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Recuperate le due preziose opere d’arte rubate, appartenenti alla chiesa di Sant’Avendrace

Nella tarda serata di ieri, i poliziotti del Commissariato di Quartu Sant’Elena hanno eseguito il provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica, nei confronti del cittadino bosniaco Dragan Ahmetovic, per il reato di ricettazione. L’indagine è partita dall’acquisizione da parte del Commissariato di un video pubblicato su Facebook, nel quale l’uomo ha minacciato di uccidere, in stato di ubriachezza, un suo connazionale residente nell’hinterland cagliaritano. Ahmetovic nel video carica un fucile calibro 12 manifestando la volontà di esplodere i colpi al volto del suo rivale.

La ragione di tanta rabbia deriva dal fatto che la persona minacciata aveva testimoniato contro i familiari di Ahmetovic nel procedimento penale per l’omicidio della piccola Esperanza Lara Seferovic, consumato nel mese di dicembre del 2018. L’articolata indagine della Squadra Mobile aveva condotto al fermo nei confronti degli stessi genitori della bambina.

La Polizia dunque indagando sul possesso dell’arma del cittadino bosniaco, nell’esaminare il suo cellulare ha scoperto di un traffico di oggetti rubati tra i quali due quadri, risalenti rispettivamente  al 700 e all’800 che appartengono alla Chiesa di Sant’Avendrace e che erano conservati in alcuni locali a Selargius, da dove erano stati rubati. Gli investigatori hanno rinvenuto le preziose opere insieme ad altra merce rubata in un immobile occupato abusivamente dall’uomo che aveva cercato di venderle contattando diversi soggetti, senza però concludere l’affare.

A seguito delle indagini si è poi scoperto che Ahmetovic aveva anche costituito una pericolosa e vasta discarica abusiva, estesa per circa due ettari, costituita da rifiuti pericolosi tra cui oli combusti e materiale da risulta. Le operazioni si sono svolte in collaborazione con i poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine Sardegna, il Nucleo Cinofili della Polizia di Stato di Abbasanta e il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, l’indagato, messo di fronte all’evidenza, ha consegnato spontaneamente i quadri rubati. Le opere trafugate un patrimonio di grande valore artistico e simbolico, sono state restituite alla comunità.

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