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Il Parco Geominerario della Sardegna stanzia fondi per la creazione di Centri Visita e Info point

Nel corso del tempo e nel susseguirsi delle diverse amministrazioni, il sistema dei finanziamenti alle associazioni legate alle attività del Parco Geominerario della Sardegna è passato dall’assegnare mille euro come da statuto a importi che oscillavano tra i 30 mila e i 50 mila euro, senza alcuna rendicontazione, arrivando a pagare addirittura le utenze idriche ed elettriche di una associazione, spese inammissibili in quanto il Parco non può accollarsi anche questo genere di costi, anche qualora ci fosse una rendicontazione.

Così il Consiglio Direttivo ha deliberato che i contributi alle associazioni possono essere erogati, in primis, tramite l’istituzione dei Centri Visita ( 30 mila euro) e ulteriori contributi dietro presentazione di ulteriori progetti, ma sempre attraverso opportuna rendicontazione. «È giusto riordinare la partecipazione del Parco in modo da poter garantire la continuità nel sostegno economico ai progetti delle Associazioni e aprire anche ad altre realtà presenti e operanti negli 87 comuni del Parco – afferma il Presidente Tarcisio Agus – , sostenere piccoli e grandi progetti è possibile grazie a una corretta gestione nel rispetto delle norme e del principio di equità, sussidiarietà e trasparenza. Ad esempio, il nostro più grande progetto è il sostegno al Comune di Iglesias, perla del nostro Parco Geominerario, che vale un contributo di oltre 3,5 milioni di euro (Laveria Lamarmora, Museo Asproni, Centro Visita)».

Il Consiglio Direttivo del Parco, dal suo insediamento nel 2018, cerca di dare uniformità ed organicità alla ramificata presenza dei siti minerari fruibili del parco, nel tentativo di realizzare una rete di connessione – musei compresi – con i siti geologici, archeologici e naturali. Oltre a Miniere Rosas, il CICC di Carbonia e il Consorzio Ausi che rimangono delle eccellenze, ci sono all’interno del Parco una serie di realtà come Buggerru, Montevecchio, Fluminimaggiore, Ingurtosu, Masullas, Pau, San Vito, Villasalto, Orani, Sassari e Lula che avrebbero bisogno di essere “connesse” in una rete di Centri Visita, di uffici che offrano informazioni, ma anche servizi, pacchetti di attività culturali, sportive, turistiche in genere che leghino le singole realtà tra loro.

Con un investimento complessivo di 304 mila euro, per i centri Visita ed Info Point, deliberati dal Consiglio Direttivo, nella seduta del 13 maggio scorso, il Parco vuole dare una programmazione stabile con la costituzione della rete. Non solo, la rete coinvolgerebbe anche le attività produttive del territorio che potrebbero utilizzare questo spazio come ulteriore promozione dei prodotti locali e per tutte le attività legate al turismo, e arricchirebbero l’offerta turistica del Parco, migliorando la fruibilità dei siti minerari, dei geositi e delle aree archeologiche.

La miniera di Montevecchio.

In questo modo il Consorzio del Parco Geominerario avvia le iniziative necessarie tese a valorizzare tutto il patrimonio minerario, geologico, archeologico e storico culturale dei luoghi e delle interazioni sociali, contribuendo a creare le condizioni necessarie per uno sviluppo sostenibile nel contesto del turismo ambientale in particolare favorendo la diffusione dei nuovi turismi. Proprio per agevolare la realizzazione della rete e vista la cronica carenza di organico del Parco che nonostante la sua vastità può contare su pochissimi impiegati, è stato approvato anche un secondo progetto chiamato “Sardegna Destinazione Miniere”.

Con uno stanziamento di 300 mila euro si incrementerà il personale anche se a tempo determinato, per poter completare la pianta organica ma non solo, con una figura dedicata, sarà possibile la partecipazione ai bandi europei, per la ricerca di risorse necessarie ad una efficace infrastrutturazione delle aree di fruizione turistica già attive e in preparazione di altre meritevoli di recupero e di sviluppo. «Fare rete in questo modo e coinvolgere il più possibile gli 87 comuni sardi che ricadono nell’ambito del parco serve anche per ottenere finanziamenti importanti – ha concluso Agus- dei quali si avvantaggia tutta la comunità, ma che se chiesti singolarmente hanno molte meno probabilità di essere concessi. Mentre se a presentare le richieste è il Parco, portatore di un interesse più ampio, ci sono molte più probabilità di successo».

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