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Riaprono i musei dell’Isola, l’appello dei direttori: «Sardi, visitate i siti della vostra terra»

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«Noi abbiamo aperto ieri – spiega Giacomo Paglietti, direttore del Museo Civico “Genna Maria” di Villanovaforru – abbiamo studiato gli adeguamenti, bisognava barcamenarsi, ci sono diverse linee guida, per tutelare anche i lavoratori e non solo i visitatori». Un po’ come per tutte le strutture aperte al pubblico anche i musei hanno dovuto adeguarsi alle nuove regole di vita sociale che questa pandemia ci ha imposto. Sicuramente il gran numero di norme, decreti e ordinanza non ha facilitato il compito dei direttori dei musei. Ma nonostante questo la voglia di ricominciare è tanta.

«Dobbiamo controllare la temperatura di tutti i visitatori all’ingresso, e se qualcuno si dovesse rifiutare non possiamo farlo entrare. Abbiamo segnato dei percorsi obbligati sia con segnaletica a terra che con le corde, in modo che le persone non siano troppo vicine quando camminano, per evitare che si incrocino. Potranno entrare 6 visitatori per volta per il museo e 10 per l’area archeologica. E consigliabile prenotare prima – aggiunge Paglietti – perché le persone che prenotano hanno la priorità all’ingresso. Ci si può prenotare con una telefonata o con una mail, sul sito ci sono tutti i contatti».

Non è semplicissimo per i direttori di queste strutture rispettare tutti i regolamenti. In Sardegna ci sono diversi tipi di musei, quelli nazionali, quelli civici e quelli privati. Nel 2006 la Regione Sardegna ha emanato una legge, la numero 14 “Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura” rivolta ai musei civici, che però dal momento che custodiscono anche beni dello Stato, devono rispettare anche tutte le indicazioni che quest’ultimo invia loro con le circolari tramite le Soprintendenze.

«Anche se i musei erano chiusi al pubblico, noi abbiamo continuato a svolgere le attività di vigilanza e manutenzione che non si possono fermare, ma l’abbiamo fatto con il buon senso. La Regione in questo frangente è rimasta in un silenzio quasi assordante. Ci saremo aspettati almeno un po’ di vicinanza, che ci è arrivata invece dalle amministrazioni comunali che nei limiti delle loro competenza hanno fanno quello che hanno potuto. Adesso però dobbiamo guardare avanti – conclude il direttore di Genna Maria- e invitiamo i sardi ad andare a visitare i musei dell’Isola. Non sappiamo se e quanti turisti arriveranno da fuori, noi contiamo 6mila visitatori all’anno, per la maggior parte turisti. Possiamo tranquillamente fare gli stessi numeri con i sardi, così come sosteniamo le aziende, possiamo fare “Solidarietà culturale” sostenendo le realtà museali della nostra terra».

A condividere l’appello dell’archeologo Giacomo Paglietti anche la direttrice del museo nazionale di Cagliari, Manuela Puddu che si appresta ad aprire nei prossimi giorni: «Naturalmente come tutti luoghi di lavoro abbiamo una serie di procedure da dover rispettare, in particolare gli accordi con i rappresentanti sindacali. Adesso che gli accordi sono conclusi i musei statali si stanno organizzando sulla base di indicazioni precise. Avevamo bisogno di chiarezza sulle linee guida. Poi non tutti musei sono nella stessa situazione, alcuni hanno potuto aprire prima o stanno per aprire a brevissimo, altri hanno bisogno di più tempo per organizzarsi. Contiamo di riaprire presto, naturalmente visto che dobbiamo contingentare gli ingressi invitiamo tutti a prenotare la visita».

In Sardegna ci sono diversi tipi di musei, quelli statali, quelli civici e quelli privati. Molti non godono di finanziamenti, e vanno avanti grazie alla vendita di biglietti. Inoltre anche in quelli statali spesso operano ditte private che offrono servizi aggiuntivi, per questo è importante che i musei si riempiano di nuovo di visitatori: «Ovviamente essere rimasti chiusi ha portato delle perdite economiche – prosegue la Direttrice del museo nazionale di Cagliari- da marzo riprendono le visite delle scuole, da fine aprile avrebbero ripreso le visite dei crocieristi. E questi sono tutti soldi che i musei hanno perso. È probabile che quest’anno anche con la riapertura degli scali sardi non ci sarà il boom dei visitatori del resto anche molti sardi sono poco inclini ad uscire dai confini della regione quest’anno».

«In questi mesi abbiamo lavorato molto coi social sul virtuale, abbiamo cercato di farci conoscere in tutti i modi attraverso podcast destinati alle persone con disabilità visiva, che raccontavano i reperti del museo, il profilo Twitter del museo viene citato spesso dal sole 24 Ore come uno dei profili italiani con dei risultati significativi in termini di followers e di post. Abbiamo cercato di mantenere il contatto col nostro pubblico. Ma adesso è importante che siano i sardi a visitare i musei – conclude Manuela Puddu- dobbiamo far ripartire l’attività dei nostri siti, ne abbiamo tanti e tutti molto belli, magari non riusciremo a fare i numeri che si fanno normalmente ma possiamo sicuramente contribuire in modo significativo, e prenotando prima non rischieremo di fare inutili file».

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