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Chessa: «Riapriamo ai turisti ma troppi divieti li spaventano, serve libertà in spiaggia»

«Le spiagge libere devono stare aperte – ha affermato l’Assessore al Turismo Gianni Chessa – è difficile controllare il flusso di persone, bisogna guardare il lato pratico, anche se la distanza sociale è prevista, in Sardegna fa tanto caldo, non si può pensare di stare sempre lontani dall’acqua o aspettare che gli altri finiscano di fare il bagno per poter entrare in acqua, le spiagge non dovrebbero avere troppe regole perché le troppe restrizioni fanno male a tutti».

Più volte l’Assessore Chessa ha ribadito in questi giorni la necessità di evitare regole troppo restrittive in spiaggia e lo ha confermato anche oggi, per far ripartire il turismo nell’Isola occorrono i visitatori che provengono dalla penisola e per favorire il loro arrivo senza correre rischi è necessario fare i controlli immediati negli scali, ma non si può pensare che una volta sbarcati li si possa costringere a vivere il mare con mille divieti.

«Essendo all’aperto, essendo al mare, vale la pena imporre queste prescrizioni che spaventano ancora di più i turisti? Possono essere osservate tutte queste prescrizioni in spiaggia libera? Io credo di no. Preferisco appellarmi al buon senso dei cittadini e dei turisti – aggiunge Chessa- che ormai hanno imparato le regole, se uno deve fare il bagno coi bambini cosa fa aspetta che gli altri si decidano a uscire? Abbiamo l’indice di contagio più basso, quello che conta è mantenere questo primato, è un’attrattiva enorme per i turisti, perché possono fare la vacanza sereni, tra l’altro se i numeri dei contagi restano questi le restrizioni si allenteranno ulteriormente».

«Per ora però siamo ancora nella fase della pandemia quindi occorre organizzarsi per garantire sicurezza negli scali sardi, il turismo interno è importante, ma da solo non basterebbe mai a salvare la stagione turistica 2020, ci sono migliaia di persone, di professionisti del settore turistico che sono ferme a causa delle restrizioni, dobbiamo fare in modo che tutti riprendano a lavorare. I turisti devono arrivare qui sani con l’idea che nell’Isola trascorreranno vacanze serene senza il rischio di contagi e nello stesso tempo dobbiamo assicurarci che il virus non si diffonda nuovamente, non solo perché ne va della salute pubblica, ma anche perché sarebbe un danno d’immagine e quindi un danno economico. Se riuscissimo a ottenere la possibilità di sottoporre al test tutti quelli che arrivano in Sardegna – ha concluso l’Assessore al Turismo- potremmo davvero sostenere lo slogan “Arrivi sano e riparti sano”, ma consentendo anche ai sardi di mantenere un primato che hanno conquistato con il loro buon senso e la loro correttezza, quello dell’indice di contagio più basso del Paese».

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