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Da lunedì l’Italia prova a ripartire in sicurezza: ecco cosa cambia

Nella notte il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge quadro che traccia il contesto della nuova fase di ulteriore allentamento delle misure, al via da lunedì 18 maggio. Ha retto l’intesa raggiunta tra l’esecutivo e le Regioni, nonostante i dubbi sollevati da alcuni ministri nel corso della riunione.

 

Il decreto legge approvato dal Cdm, come spiega palazzo Chigi al termine della riunione, “delinea il quadro normativo nazionale all’interno del quale, dal 18 maggio al 31 luglio 2020, con appositi decreti od ordinanze, statali, regionali o comunali, potranno essere disciplinati gli spostamenti delle persone fisiche e le modalità di svolgimento delle attività economiche, produttive e sociali”.

Cosa cambia da lunedì?

Le attività economiche e produttive potranno riaprire secondo le linee guida regionali che assicurano il contenimento del contagio, in assenza delle quali valgono le linee guida nazionali. I presidenti di regione hanno lavorato a un testo unitario sui protocolli riguardo le riaperture delle attività commerciali che il governo ha poi approvato. Le attività economiche che non rispetteranno le linee guida e che non assicureranno adeguati livelli di protezione, rischiano la sospensione dell’esercizio da 5 a 30 giorni. Mentre le sanzioni per chi non rispetta le regole, su distanziamento e assembramento in particolare, vanno da 400 a 3.000 euro “aumentata fino a un  terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo”.

 

Spostamenti all’interno della Regione senza limitazioni: a partire dal 18 maggio gli spostamenti all’interno del territorio regionale non sono soggetti ad alcuna limitazione, fatte salve le misure di contenimento più restrittive adottate, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto legge 25 marzo 2020, n. 19, relativamente a specifiche aree del territorio regionale, soggette a particolare aggravamento della situazione epidemiologica. Le misure si applicano fino al 31 luglio 2020. Regioni possono ampliare o limitare orari apertura delle attività in base a contagi.

Per garantire lo svolgimento delle attività economiche e produttive in condizioni di sicurezza, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale sono comunicati giornalmente dalle Regioni al Ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità e al comitato tecnico-scientifico. In relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio la Regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre, anche nell’ambito delle attività economiche e produttive svolte nel territorio regionale, misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte ai sensi dell’articolo 2 del decreto legge 25 marzo 2020, n. 19.

Via libera agli spostamenti tra Regioni dal 3 giugno. Spostamenti tra regioni vietate fino al 2 giugno, poi si potrà uscire dal confine regionale. Nel testo del decreto si legge “fino al 2 giugno 2020 sono vietati i trasferimenti e gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Dal 3 giugno “gli spostamenti sul territorio nazionale possono essere limitati solo con provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”.

Frontiere aperte a Paesi Ue senza quarantena. Dal 3 giugno riaprono le frontiere italiane a tutti i cittadini Ue senza distinzioni, senza quarantena e senza autocertificazione. Le frontiere resteranno invece chiuse ai paesi fuori dall’Unione europea.

Religioni, protocollo Governo-comunità: dal 18 celebrazioni. Il premier, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e le principali comunità religiose del Paese, eccetto quella cattolica, hanno firmato il protocollo che consentirà la ripresa delle celebrazioni da lunedì 18. Tra le comunità presenti quella ebraica, buddhista, islamica, avventista, induista.

 

 

 
 

 

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