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Riaperture, è scontro tra Solinas e sindaci. Cristina Sedda (Ovodda): “Totale mancanza di rispetto”

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Assume l’aria di uno scontro istituzionale quello tra il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e diversi sindaci della Sardegna, irritati dalle parole usate ieri sera dal governatore.

«Visto che i sindaci non si assumono la responsabilità lo farò io – ha detto ieri Solinas –  firmerò un’ordinanza che autorizza la riapertura di profumerie, gioiellerie, negozi di abbigliamento e le attività che offrono servizi alla persona se poi i sindaci vorranno tenere ancora chiuso dovranno emanare un’ordinanza contraria».

Non si sono fatte attendere le repliche da parte dei primi cittadini. La prima a rispondere a Solinas è stata la sindaca di Ovodda, Cristina Sedda.

«Illustrissimo Presidente, la mia è una semplice esternazione da sindaco di campagna quale sono – osserva Sedda -. Poiché penso che cittadini e istituzioni vivano di fiducia reciproca, prima che di ordini e di sanzioni, nelle mie funzioni di sindaco di Ovodda, ho autorizzato, con mia ordinanza, la ripresa, dall’11 maggio, di tutte le attività consentite nel territorio comunale. Sottolineo che ho fatto questo nonostante che la sua posizione mi fosse sembrata, fin da subito, pilatesca e avessi dubbi sulla legittimità. Ma, per rispetto nei confronti dei miei concittadini, seguendo le sue indicazioni, ho emesso l’ordinanza necessaria alla riapertura. Ordinanza che è stata bloccata, immediatamente e personalmente, dal Prefetto di Nuoro e che ho dovuto, il 12 maggio, revocare, in quanto, come prevedibile, totalmente illegittima. Oggi, in totale spregio del lavoro e delle responsabilità di noi sindaci, Lei Presidente ci accusa di non aver voluto adempiere alle indicazioni date, e proclama di volersi sostituire a noi nel coraggio degli atti, tacciandoci, implicitamente, di codardia e incompetenza. Presidente, non avevamo bisogno di questo, avremo invece avuto bisogno di chiarezza e supporto. Circa 80 atti, dai primi di marzo a oggi, regionali e nazionali non hanno contributo in alcun modo a semplificare, a livello locale e in un momento così delicato, le nostre attività, ma che non ci riconosca neppure le difficoltà in cui ci muoviamo e le responsabilità che come sindaci dobbiamo farci carico, denota, purtroppo, una totale mancanza di rispetto e comprensione del primo livello istituzionale. Stia bene Presidente».

D’accordo con la sindaca del comune barbaricino e il primo cittadino di Samassi Enrico Pusceddu: «Volevo scrivere due righe sullo stesso argomento ma per il momento faccio mie le esternazioni della collega di Ovodda, che naturalmente condivido in pieno» scrive su Facebook Pusceddu.

Una replica arriva anche da sindaca e vicesindaco di Assemini, Sabrina Licheri e Gianluca Mandas.

Coincidenze. Sono uscite le ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive del contagio da Covid-19 nel settore della cura della persona e il Presidente Solinas non demanda più ai Sindaci la decisione delle riaperture, ma decide lui – commenta Licheri -. Presidente lei non si sta sostituendo ai sindaci: lei ha preso una decisione e finalmente se ne assume le responsabilità, con i protocolli». 

Più duro il vicesindaco Mandas: «Ieri notte alle 21:29 il Presidente Solinas, in evidente stato di inferiorità ai provvedimenti di Conte, emana l’ordinanza N.22, con la quale da oggi si rendono possibili le riaperture di estetisti, parrucchieri e negozi al dettaglio, i quali nel pieno della notte, secondo lui, avrebbero dovuto adoperarsi per la riapertura. La sagra del ridicolo spero sia terminata».

ANCI SARDEGNA

«Mi limito a segnalare che bene ha fatto il Presidente della Regione a utilizzare il dato Rt medio di 0,48 e a citare i protocolli Inail approvati in data 12 maggio per motivare la sua ordinanza. Con l’ordinanza n. 22 – poi si può discutere sulla “tempestività” notturna della stessa, ma non sarò io a farlo – avvalora due questioni che non erano nella disponibilità dei sindaci né il 2 maggio né il l’8 maggio – Scrive Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e presidente di Anci Sardegna a proposito dell’ordinanza -. Tralascio per un attimo il fatto, mai smentito da nessuno sul piano giuridico, dell’inadeguatezza dello strumento dell’Ordinanza sindacale si sensi dell’articolo 3 comma 2 del Decreto Legge 19 del 25 marzo 2020 e il fatto che la stragrande maggioranza dei sindaci a partire dalla Città Metropolitana di Cagliari hanno usato l’elemento prudenziale in questa fase laddove mancavano elementi di evidenza tecnico-scientifica e giuridica. L’Rt “Non Calcolabile” a livello comunale non significava <0,5, ma appunto non calcolabile ovvero nessuno si è azzardato a mettere per iscritto, né sul piano tecnico-scientifico né sul piano “politico”, che il valore comunale dell’Rt fosse automaticamente inferiore alla soglia minima di 0,5. Così come nessuno si è sognato di dichiarare che i protocolli di sicurezza INAIL erano attivi prima del 12 maggio e fossero una fisima di qualche sindaco zelante. In questi dieci giorni, benché la mia posizione fosse arcinota dal pomeriggio del 2 maggio, nessuno mi ha sentito dividere il mondo in “sindaci buoni” e “sindaci cattivi”. I sindaci hanno, difatti, agito dentro un sistema di “guerra” per interposta persona fra Stato e Regione per una settimana di differenza sulla parziale riapertura delle attività dopo la serrata di marzo».

«I sindaci e i comuni erano (e sono) l’anello debole, insieme agli esercenti, di tutta la catena e su di loro è stata scaricata una responsabilità impropria in un momento delicato come quello della ripartenza – rimarca Deiana -. Ieri il Presidente del Consiglio Conte ha preannunciato le misure economiche che riguardano anche le imprese. Per chi è restato chiuso per così tanto tempo sono previste delle misure importanti (rinnovo del bonus, fondo perduto, credito d’imposta affitti, riduzione bollette, riduzione tassazione locale ecc.). Credo – non potendo riavvolgere il nastro della nostra “cronaca” – che tutti noi dovremo impegnarci affinché quelle risorse, comprese quelle della Cassa integrazione in deroga per i lavoratori, arrivino nel più breve tempo possibile nelle tasche dei nostri cittadini. Su questo dovremo concentrarci tutti noi: stato, regioni e comuni. Con la forma della leale collaborazione anziché con quella affannata e affannosa della competizione testosteronica. Buona giornata soprattuto a chi, da oggi o dal 18, tornerà al lavoro e a chi lo ha fatto già da qualche giorno!».

 

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