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Maialetto, la pietanza più famosa della Sardegna rischia il tracollo. Prezzi in picchiata

È il piatto più tipico e conosciuto della Sardegna e non vive certo il suo momento migliore. Stiamo parlando della carne di maialetto, un mercato che rischia il tracollo a causa dell’emergenza Covid-19.

Il turismo che non c’è, gli agriturismo e i ristoranti chiusi hanno compromesso il commercio di questo prodotto con un calo del 70% e un prezzo della carne di suino da latte che in certi casi ha raggiunto i 3 euro al kg. 

I consiglieri del gruppo LeU Sardigna Eugenio Lai, Daniele Cocco e Roberto Deriu (PD) hanno presentato stamattina una mozione in cui chiedono al Presidente ed agli Assessori regionali dell’agricoltura e della sanità, azioni e stanziamenti emergenziali a tutela del comparto suinicolo sardo.

I consiglieri spiegano che dopo l’embargo sui maiali sardi dovuto alla Peste suina africana, l’emergenza Coronavirus, con la chiusura di ristoranti e il conseguente calo della richiesta, ha inciso in maniera profondamente negativa su un settore già fortemente compromesso tanto dalla crisi economica degli ultimi anni, quanto delle limitazioni sulla libera circolazione ed esportazione delle carni sarde e dei relativi derivati.

«Chiediamo al Presidente Solinas e agli assessori all’agricoltura e alla sanità, che assumano l’impegno di avviare misure straordinarie rispetto alla grave crisi che stanno soffrendo i suinicoltori sardi – continuano i consiglieri Lai, Cocco e Deriu – e proponiamo a tal fine alcuni interventi quali lo sblocco in tutto il territorio nazionale dell’esportazione delle carni di maiale sarde e dei suoi derivati per tutte le aziende certificate e indenni da PSA, l’anticipo di tutti i contributi disponibili inclusi anche quelli riferibili alla Misura 14 del PSR, destinare incentivi economici per la salvaguardia del comparto anche attraverso una linea dedicata del PSR, concedere un contributo per capo a supporto della vendita dei suinetti per incoraggiare il consumo su base regionale ed infine ampliare la platea dei beneficiari del premio unico, inserendo anche i suinicoltori in base in base al numero di capi posseduti».

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