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“Drive in a Cagliari? No grazie, non sono Fonzie”: la riflessione di Jacopo Cullin su teatro, cinema e spettacoli

Jacopo Cullin e Gabriele Cossu in una scena di "È inutile a dire"

Cagliari è tra le città inserite in un progetto che prevede la realizzazione con la formula del Drive In per spettacoli e Cinema all’Aperto.

Un’idea che però non piace a molti che fanno parte del mondo del teatro. In questa forma d’arte il pubblico è infatti da sempre considerato fondamentale. 

Tra coloro che non vedono di buon occhio questa possibilità c’è anche l’attore comico Jacopo Cullin, il cui tour “È inutile a dire” ha avuto pesanti ripercussioni a causa dell’emergenza Covid-19.

«Non siamo in America negli anni 60, non abbiamo le decappottabili, non stiamo vivendo Happy Days e io non sono Fonzie. Personalmente non mi metterò a recitare per dei parabrezza» commenta Cullin tra il serio e il faceto.

«Sono un attore, regista e produttore dei miei spettacoli e dei miei lavori cinematografici, quindi anche se non parlo ovviamente a nome di intere categorie, penso di avere voce in capitolo e non essendo abituato a chiedere, preferisco proporre – spiega -. Se il Comune di Cagliari insieme alla Regione Sardegna creasse uno spazio completamente allestito, con palcoscenico, posti a sedere (1.000 tetto massimo consentito in questo periodo) che rispettino il distanziamento, camerini, servizi igienici, etc etc in poche parole agibile e a norma, potrebbe chiedere un piccolo affitto (in modo da recuperare parte dei costi) a chi avesse intenzione di utilizzarlo privatamente e trovare una soluzione differente per le associazioni che organizzano i vari Festival».

«Un palcoscenico con copertura e uno schermo gigante sul fondale in modo da permetterne l’utilizzo anche per il Cinema all’aperto e magari riuscire a recuperare non i grandi Eventi, ma gli spettacoli Teatrali, i concerti, i Festival Musicali, Cinematografici e Letterari che non si sono potuti effettuare – prosegue il comico cagliaritano -. Potrebbe diventare un Polo Culturale bellissimo, nel quale poter trovare un evento diverso ogni giorno, che darebbe la possibilità ad un intero settore di tornare a lavorare e ridarebbe ai cittadini uno spazio in cui potersi emozionare, ridere, ascoltare, riempirsi gli occhi e le orecchie di arte. Si potrebbe creare all’interno della Fiera, all’Arena Grandi Eventi, all’interno dello Stadio Sant’Elia (se fosse agibile) mettendo il palcoscenico di fronte alla Tribuna Centrale, oppure l’opzione più romantica sarebbe quella dell’Anfiteatro Romano. Lo so che sembrano tutte idee difficilissime da realizzare, che hanno bisogno di tempo e di soldi, ma stiamo vivendo un momento eccezionale e c’è bisogno di una volontà eccezionale da parte di tutti».

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