Site icon cagliari.vistanet.it

Sarrabus: albergatori e sindaci pronti per la stagione ma bisogna aprire porti e aeroporti

Non si sa con certezza quando si potranno riaprire porti e aeroporti della Sardegna, anche ieri il Governatore Solinas ha confermato che si stanno studiando dei sistemi di controllo per i turisti in arrivo da altre regioni, come i test salivari, il passaporto sanitario, e ancora non si conoscono le linee guida né quelle della Regione che ci lavora con il Comitato tecnico scientifico, ne quelle del Governo. Ma per gli albergatori sono informazioni indispensabili per potersi organizzare per garantire la sicurezza degli ospiti. In attesa delle linee guida però si stanno organizzando per studiare piani e strategie per riuscire a salvare una stagione che deve assolutamente ripartire.

«Di solito cominciamo la stagione a metà maggio – spiega Pierpaolo Piu, direttore del Garden Beach Hotel di Cala Sinzias a Castiadas – e circa 40 giorni prima cominciamo la manutenzione, e la preparazione della struttura. Avevamo già cominciato a preparare le prime cose. Ma poi abbiamo dovuto mettere il personale in cassa integrazione. Abbiamo alcuni dipendenti che sono assunti tutto l’anno, addetti alla guardiania, i manutentori poi ci sono alcuni che cominciano a febbraio e poi gli stagionali da fine aprile. Quindi per tutto il mese di aprile che di solito ci serve per prepararci, siamo rimasti quasi fermi».

 

«Le prenotazioni al 10 marzo, quando è cominciato il lockdown erano in linea con l’anno precedente – prosegue Piu – stavamo andando bene e per qualche periodo anche più dell’anno scorso, la stagione si presentava molto positiva. Per non perdere altro tempo e soprattutto per salvare la stagione dobbiamo assolutamente ripartire. Ma per farlo ci servono indicazioni precise, sappiamo che la Regione attende le linee guida da Roma, il problema del distanziamento nelle strutture è particolare, abbiamo bisogno di sapere come si dovrà gestire l’accesso alla piscina, alla Spa, un po’ ci siamo portati avanti coi responsabili della sicurezza, il medico competente e abbiamo studiato le linee guida dell’Oms e dell’Istituto Superiore della Sanità, ma ci serve comunque un documento ufficiale. Soprattutto dobbiamo sapere se e quando si riapriranno porti e aeroporti, stiamo in contatto continuo con gli assessorati regionali, ma per ora non sono state prese decisioni. La scelta della proprietà è quella di aprire, ma per prepararci ci serve del tempo».

Della stessa opinione anche Giovanni Iozzo, amministratore delegato di IGV Hotel Santagiusta a Castiadas: «Dobbiamo assolutamente aprire – afferma Iozzo – l’Hotel Santagiusta può accogliere 900 ospiti, ci lavorano 150 dipendenti, avremmo dovuto aprire il 3 maggio e tenere aperto fino al 20 settembre. La struttura con 470 camere, ha necessità di manutenzione ordinaria per la quale serve almeno un mese, prima della riapertura. Abbiamo già fatto un po’ di lavoro proprio per non restare fermi ed essere pronti. Ma occorre che ci dicano quali misure dobbiamo adottare per garantire ospiti e personale. Accoglieremo 400 persone anziché 900 e pensiamo di prolungare la stagione fino a ottobre. Siamo contenti del lavoro della Giunta Solinas e dell’assessore Chessa, siamo sempre in contatto con loro».

«Però occorre che da Roma si gestisca la riapertura degli scali in maniera equa rispetto al resto della Penisola – dice l’A.D. di IGV, non è che noi facciamo il passaporto sanitario e poi le altre regioni, come la Puglia o la Calabria poi non fanno nulla, sarebbe una concorrenza sleale, tutte le regioni devono avere le stesse regole per far entrare i turisti. L’assessore Chessa ha annunciato che si faranno dei corsi di aggiornamento e di formazione retribuiti per il personale quindi, non solo non sarà necessario tenere a casa il personale, ma probabilmente se ne prenderà dell’altro, sappiamo poi che sarà possibile (ormai nel 2021) ristrutturare e rimodernare gli alberghi per renderli più competitivi, quindi io sono ottimista, ho fiducia nel popolo sardo e bisogna che tutti facciamo la nostra parte, dall’operaio al giardiniere, dal manutentore ai responsabili».

«Adesso si deve assolutamente trovare un sistema per controllare gli ingressi dei turisti e poi organizzarsi al meglio per gestire l’attività delle strutture ricettive per poter convivere col virus senza correre rischi. Io mi sono già mosso, per quello che potevo, ho preso due medici e un infermiere, ho riservato delle stanze, eventualmente si dovesse presentare la necessità di isolare degli ospiti. Dobbiamo riaprire e se qualcuno non se la sente di rischiare, può anche decidere di tenere chiuso, ma non dovrebbe poi avere diritto a incentivi o contributi. Sono sicuro che una volta che avremo le linee guida si potranno garantire vacanze sicure- conclude Iozza- la gente adesso ha imparato le regole del distanziamento e le rispetta, ma è bene che da Roma facciano presto a farci conoscere ufficialmente quali sono le norme per gli alberghi».

Anche i sindaci della zona sono dell’opinione che si debba riaprire al più presto, ma serve un confronto: «Come Unione dei Comuni del Sarrabus abbiamo mandato una lettera al presidente Solinas e all’assessore al Turismo Chessa, la settimana scorsa – dichiara Marco Falchi, sindaco di Muravera- per chiedere un incontro col Governatore perché abbiamo bisogno di un protocollo con le norme per la gestione delle strutture ricettive, e noi come sindaci, dobbiamo sapere come gestire le spiagge libere, quali sono i protocolli da rispettare nei ristoranti. Ci sono ancora tanti punti interrogativi e fino alla metà di giugno non sappiamo se gli scali sardi saranno riaperti, se e come avverrà la movimentazione delle persone, ci auspichiamo che questo possa avvenire quanto prima, naturalmente nella massima sicurezza».

«Chiediamo in maniera forte che si aprano le strutture, ma i protocolli per la sicurezza sono imprescindibili, sulla base delle conoscenze mediche e scientifiche attuali, stiamo affrontando un problema relativamente nuovo, quindi al momento sulla base di ciò che sappiamo dobbiamo organizzarci. Il Sarrabus svolge un ruolo molto importante nell’industria turistica sarda, una fetta di economia fondamentale. A Muravera, abbiamo 13500 posti letto nelle strutture ricettive, 4500 seconde case. Il nostro Comune è al primo posto nel Sud Sardegna come numero di presenze certificate Istat. Nella stagione del 2017 i dati dicevano che si sono registrate 800mila presenze. Dunque se la stagione non ripartisse, sarebbe un disastro non solo per Muravera, ma per il Sarrabus, e per l’economia regionale. La stragrande maggioranza dei turisti che viene da noi non è sarda, quindi sarà cruciale la riapertura degli scali, mi rendo conto che – conclude Falchi- non è semplice ma è urgente che si lavori alle linee guida e a un sistema di controllo della salute di chi entra nell’Isola».

«Noi in questa stagione turistica dobbiamo essere presenti – afferma il sindaco di Castiadas Eugenio Murgioni – il Sarrabus deve esserci, sono assolutamente d’accordo sul fatto che si debba riaprire, noi siamo pronti, naturalmente nel rispetto di tutti protocolli che ci verranno indicati. In questo momento abbiamo due gravi problemi per i quali si deve mediare, la salute e il lavoro e con l’impegno di tutti possono essere gestiti entrambi. Ci stimo confrontando con i sindaci del Sarrabus, abbiamo fatto una chiacchierata costruttiva, per condividere e studiare soluzioni sulle problematiche legate a questa emergenza. Ci sono anche posizioni diverse, come è giusto che sia».

«Una delle criticità è rappresentata sicuramente dalla fruibilità delle spiagge libere: Castiadas ha circa 15 chilometri di costa, alcuni tratti della quale – prosegue il Sindaco – con alcune delle spiagge più conosciute del Sud Sardegna. Quest’anno necessariamente gli ingressi saranno contingentati come se fossero “a numero chiuso” nel senso che si dovranno dividere i metri quadri disponibili per il numero delle persone che secondo i protocolli potranno starci. Abbiamo intrapreso un dialogo con gli operatori balneari degli stabilimenti che hanno in concessione alcuni tratti di spiaggia, perché sarà necessario presidiare gli ingressi e stiamo valutando la possibilità di avere da loro una collaborazione nel controllo di questi spazi, i parcheggi che sono a pagamento ( lo erano già anche le scorse stagioni) forniranno le risorse per questi ulteriori servizi per la sicurezza».

«C’è da parte di tutti, e quindi anche da parte del comune di Castiadas la voglia e la necessità di ripartire. Quest’anno l’orientamento è che il più possibile la manodopera per le strutture alberghiere, venga scelta tra la popolazione locale. Inoltre già dall’anno scorso, ma ora lo sarà ancora di più, le strutture alberghiere e i ristoranti sono orientati a utilizzare prodotti locali a chilometro zero, che sono di altissima qualità e più freschi e anche questo aiuterà l’economia locale. Oltre il 70% delle risorse che arrivano a Castiadas, derivano dal settore turistico, se non ci fosse la stagione, avremmo grossi problemi economici, di occupazione e di conseguenza anche problemi sociali. Questo è un anno particolare, e tutti devono contribuire in maniera sinergica. Ognuno facendo la sua parte. Questa emergenza potrebbe diventare un’opportunità perché oltre ad averci dato tanto tempo per riflettere, ci fornisce l’occasione per offrire un servizio turistico ancora migliore, con i controlli, una cura dell’igiene ancora più rigorosa, e gli spazi gestiti meglio – conclude Murgioni- inoltre le persone sono più consapevoli delle norme di contenimento del contagio e le rispettano, sono ottimista. Adesso non resta che aspettare la riapertura di porti e aeroporti per accogliere i turisti con la professionalità che caratterizza i nostri imprenditori turistici».

Exit mobile version