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«Città Metropolitana venga considerata come unico territorio comunale», la richiesta in consiglio comunale

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Il Gruppo consiliare Centrosinistra metropolitano oggi presenterà al Consiglio metropolitano un ordine del giorno affinché a partire dalla interpretazione del DPCM 26 aprile 2020 e della Ordinanza regionale n. 20 del 2 maggio 2020, e così nelle fasi seguenti, il territorio della Città Metropolitana venga considerato al pari di un unico territorio comunale.

Ciò vale in virtù delle motivazioni stesse dell’esistenza della Città Metropolitana come Ente politico, del suo sistema urbano, dell’integrazione territoriale, economica, civile e sociale e dei legami tra le proprie comunità. L’idea è di garantire maggiore libertà di spostamento nel territorio ai cittadini, che a seguito dell’ordinanza regionale non potrebbero – a differenza di quanto disposto dall’ultimo DPCM – spostarsi dal proprio comune, ad esempio per svolgere attività motoria.

Di seguito il testo completo dell’odg del Gruppo consiliare, firmato da Matteo Massa, Stefano Atzori, Guido Portoghese, Francesco Lilliu, Rita Murgioni.

“Ordine del giorno sulla parificazione del territorio della Città Metropolitana a quello di un unico territorio comunale, relativamente alla fase 2 dell’emergenza sanitaria Covid-19.

Premesso che è entrato in vigore il DPCM 26 aprile 2020 “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale”, che è altresì entrata in vigore l’Ordinanza regionale n. 20 del 2 maggio 2020 avente ad oggetto “Ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da COVID-19 nel territorio regionale della Sardegna. Ordinanza ai sensi dell’art. 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica”; che il DPCM 26 aprile 2020 e l’Ordinanza regionale n. 20 del due maggio 2020 intervengono a definire gli spostamenti e i comportamenti consentiti e le attività lavorative sospese, individuando nella data di oggi l’inizio della cosiddetta Fase 2 delle misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19; che tra le disposizioni del DPCM e dell’ordinanza regionale vi sono distinzioni tra gli spostamenti consentiti tra una Regione e l’altra e spostamenti consentiti solo nel territorio del proprio Comune di residenza.

Considerato che la Città metropolitana di Cagliari è un ente territoriale d’area vasta costitutivo della Repubblica ai sensi dell’articolo 114 della Costituzione; che la Città metropolitana di Cagliari re-interpreta il sistema urbano e le relazioni tra i territori, impegnandosi a rafforzare i legami di solidarietà tra le proprie comunità, per costruire una società democratica più equa e coesa; che la Città Metropolitana fonda la propria unicità e capacità competitiva su una pluralità di valori locali (culturali e ambientali) intesi come comune identità metropolitana; che nella Città metropolitana di Cagliari sono rappresentate le comunità locali costituite dalle popolazioni dei comuni, aventi con il comune capoluogo della Regione rapporti di stretta integrazione territoriale, economica, civile e sociale; che il territorio della Città metropolitana di Cagliari coincide col territorio dei Comuni che, sulla base della Legge della Regione Sardegna n. 2 del 4 febbraio 2016, sono in essa ricompresi: Assemini, Cagliari, Capoterra, Elmas, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu, Decimomannu, Maracalagonis, Pula, Sarroch, Settimo San Pietro, Sinnai, Villa San Pietro, Uta;

Si impegna il Sindaco Metropolitano a sollecitare, in accordo con i Sindaci della Conferenza metropolitana, il Governo e la Giunta Regionale affinché a partire dalla interpretazione del DPCM 26 aprile 2020 e della Ordinanza regionale n. 20 del 2 maggio 2020, e così nelle fasi seguenti, per quanto riguardante l’attuazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica il territorio della Città Metropolitana sia considerato – in particolare in riferimento agli spostamenti consentiti e fatti salvi i poteri di ordinanza in capo ai Sindaci – alla pari di un unico territorio comunale”.