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Turismo tutto l’anno, è possibile? Sì e l’emergenza sanitaria sarà l’opportunità da cui ripartire

Articolo di Carla Mura

La Sardegna è nota per le sue bellezze naturali, per la sua storia millenaria, l’eccellenze enogastronomiche e per le sue tradizioni, ma ancora l’attività turistica si concentra solo nei mesi estivi, perché nonostante il potenziate, sono solo le coste che attraggono i visitatori, e la chiave per lo sviluppo di una stagione turistica che duri tutto l’anno è la promozione, ma naturalmente occorre che il prodotto da pubblicizzare sia strutturato, completo e disegnato sui target attuali.

«Sicuramente questa emergenza sanitaria ha procurato un danno economico enorme a tutto il comparto turistico della Sardegna – spiega Alessandro Abis coordinatore di Aigae della Sardegna e vicepresidente nazionale – ma già prima c’erano delle criticità che in qualche modo ne limitavano lo sviluppo, visto che adesso abbiamo un po’ di tempo per riorganizzarci, possiamo considerare questo stop come l’occasione per ricominciare da capo risolvendo quelle criticità».

La proposta del vice presidente nazionale dell’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, è quella di istituire un tavolo tecnico al quale possano sedere le istituzioni e tutti gli operatori del turismo ambientale. «Pensiamo che un confronto costruttivo tra tutti gli attori prosegue Abis- consentirebbe di affrontare tematiche cruciali come l’abusivismo, la legge regionale sulle guide, ma anche quelle legate alle reali esigenze del settore quali l’adattamento dei servizi e delle professionalità offerte alle sempre crescenti e variegate richieste dei “nuovi turismi”, e naturalmente anche la ripartenza post emergenza covid. Sono ottimista perché ho trovato molta disponibilità da parte dell’Assessorato al Turismo, ad ascoltare le nostre istanze»

Dunque anche se l’urgenza attuale è quella di ripartire prima possibile, c’è un’altra priorità che è quella di una programmazione di medio e lungo termine, che veda coinvolte risorse ingenti e competenze tecniche per risolvere alcuni problemi come quello dell’abusivismo: «Ci sono oltre mille guide ambientali escursionistiche in Sardegna tra quelle iscritte al registro regionale, istituito con la legge regionale 20 del 2006 e quelle che operano in virtù della legge nazionale 4 del 2013. A queste si aggiungono – chiarisce il coordinatore Aigae – un numero che non è possibile quantificare di persone che lavorano completamente in nero o mascherano la loro attività dietro associazioni senza scopo di lucro, che non pagando le tasse offrono prezzi nettamente più bassi di quelli di chi opera nella legalità. D’altra parte attivare dei controlli non è troppo complicato visto che gli eventi vengono tranquillamente pubblicizzati sui social, magari la Regione potrebbe incentivare i controlli anche sul territorio, per esempio con il Corpo forestale come sta facendo adesso in maniera efficace per il rispetto delle norme per il contenimento della diffusione del virus».

L’Aigae patrocina corsi che garantiscono i requisiti di accesso al Registro Regionale delle guide ambientali escursionistiche, in Italia l’Associazione raccoglie circa 3mila guide, ed essendo riconosciuta dal MiSE, Ministero dello Sviluppo Economico, rappresenta l’interlocutore ideale per la Regione. Regione e Aigae, infatti hanno già lavorato insieme per esempio, con la precedente Giunta, giungendo alla pubblicazione a ben 7 anni dall’ultimo, del bando di esame per l’accesso delle guide al Registro, lavoro che l’attuale Giunta sta portando a termine proficuamente, anche se al momento è bloccato a causa dell’emergenza sanitaria. C’è un altro importante argomento da portare al tavolo tecnico che sicuramente sta molto a cuore all’Assessore al Turismo Gianni Chessa: la destagionalizzazione strumento, secondo l’esponente della giunta Solinas, fondamentale per rilanciare tutto il settore.

«In Sardegna fare turismo tutto l’anno è assolutamente possibile, ma dobbiamo proporre al pubblico un turismo diverso da quello che tutti sono abituati a conoscere. Il nostro mare – dice Abis- può competere con quello delle Barbados, delle Hawaii o delle Maldive, quindi non possiamo prescindere dal turismo balneare, ma possiamo sfruttarne la presa mediatica per promuovere il turismo attivo, ambientale e sostenibile nella nostra terra. Il trentino ha fatto un’operazione di questo tipo ormai molti anni fa con la neve, l’attrazione principale resta il turismo legato agli sport invernali, ma quando la neve non c’è, è il turismo attivo a farla da padrone con il trekking, la mountain bike e tante altre discipline; questa si è dimostrata una strategia vincente, infatti il turismo lavora praticamente tutto l’anno. I trekking da noi si possono fare anche in estate, contemporaneamente al mare, ma poi quando arriva ottobre, le giornate in cui il mare e la spiaggia sono fruibili si riducono drasticamente, a quel punto si offre ai visitatori un tipo di turismo che aggiunga esperienze diverse oltre quella del tradizionale turismo balneare. Se vogliamo restare al mare possiamo pensare al kayak, al SUP e al diving, se vogliamo invece raggiungere la Sardegna meno conosciuta potremmo aggiungere il trekking e la mountain bike, solo per fare alcuni esempi. Saremo in grado così, comprendendo nell’offerta anche altre experience come quelle legate alla cultura ed alle tradizioni, di proporre prodotti turistici innovativi ed esperienze che soddisfino un target decisamente ampio di turismo attivo, ambientale e sostenibile.

Occorre quindi lanciare campagne di informazione di pubblicità importanti, efficaci, ma ovviamente per proporre un prodotto bisogna prima renderlo valido. «Ci devono essere le strutture ricettive con sufficienti posti letto, i percorsi, le guide preparate, i trasporti efficienti con aerei e tratte disponibili anche nei mesi invernali, logistica di trasporti interni ben gestita e servizi sempre disponibili. L’escursionismo e il turismo sono due cose diverse, il primo è di brevissima durata, la classica visita che si conclude in giornata, e dunque nelle tasche degli operatori lascia ben poco. Mentre il turismo prevede che si dorma almeno una notte lontano dalla propria residenza abituale, se avessimo le strutture ricettive anche nell’interno in prossimità delle zone dei trekking si potrebbe alimentare maggiormente il turismo, incentivando l’apertura di strutture ricettive sostenibili, ma ovviamente un’imprenditore non investe se non c’è dietro un progetto più ampio che gli assicuri che il suo investimento renderà».

«Far conoscere questo prodotto come fruibile tutto l’anno investendo in una campagna di promozione mirata a un target che non sia quello balneare. è sicuramente un’ottima strategia che sappiamo l’Assessorato al Turismo sta già attuando, e quindi in quest’ottica un tavolo tecnico non potrà che essere un ulteriore contributo – conclude Alessandro Abis- per ottenere un’offerta turistica che aumenterà i flussi di visitatori in periodi dell’anno che fino ad ora sono rimasti improduttivi e che garantiranno con il coinvolgimento di tutti gli operatori del settore non solo il mantenimento degli attuali posti di lavoro ma anche la creazione di nuova occupazione».

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