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I 50 anni dello scudetto del Cagliari, i cavalieri che fecero l’impresa: Ricciotti Greatti

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Grande talento calcistico, tasso tecnico molto elevato di cui è dotato è decisivo nella sua carriera, quando gradualmente arretra la sua posizione in campo diventando un regista classico, molto attento anche alla fase difensiva. Ricciotti Greatti, nato a Basiliano, in Friuli Venezia Giulia, nel 1939, è stato il faro del Cagliari con tanto di filotto record di presenze, bel 145 consecutive tra il 1964 e il 1969.

«Quel Cagliari l’abbiamo costruito con sacrificio e visto crescere giorno dopo giorno. Siamo arrivati io, Gigi Riva e Cappellaro  e poi tutti gli altri, erano tutti giocatori di grande spessore. Il merito principale è dell’intuizione del presidente Arrica: ha avuto la capacità e la volontà di andare a prendere calciatori che qui avrebbero potuto trovare la propria dimensione e dove sono stati valorizzati rispetto, magari alle squadre precedenti in cui giocavano. Arrica aveva lavorato bene e costruito la squadra dell’impresa, basti pensare solo agli arrivi di Nenè e Domenghini».

Ricciotti arriva a Cagliari dalla Reggiana in Serie B, in Sardegna ha raggiunto subito la promozione, poi il primo anno in A nel 1964 con un girone di ritorno favoloso e il sesto posto in classifica. Indosserà la maglia rossoblù numero 10 per ben 9 stagioni fino al 1973, quando chiude definitivamente con il calcio per dedicarsi esclusivamente, con successo, alla sua attività in campo assicurativo.

«Mi sono innamorato di Cagliari e pur di restare qui ho lasciato il calcio giocato. La Sardegna è la terra che ci ha accolto e adottato. Nessuno ci potrà mai dare quello che i sardi sono stati capaci di darci: emozioni incancellabili e tanto affetto, forse loro ci hanno dato più di quello che noi abbiamo dato a loro».

Intanto, per Ricciotti Greatti la festa per il 50° anniversario dello scudetto è solo rimandata: «Tanto entusiasmo dopo 50 anni è la testimonianza di quanto Cagliari sia una città speciale, mi capita di dirlo sempre ai giocatori che arrivano in Sardegna».

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