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I 50 anni dello scudetto del Cagliari, i cavalieri che fecero l’impresa: Nenè

Nenè

Abituato a cavalcare per tutto il campo, sfilacciando e stremando gli avversari, serviva degli ottimi assist a Gigi Riva, Claudio Olinto De Carvalho, conosciuto da tutti come “Nenè” è uno dei cavalieri dello scudetto del Cagliari della stagione 1969/70.

Santos e Juventus le sue squadre prima di arrivare al Cagliari nel 1964 per 600 milioni di lire, Nenè ha vissuto dall’inizio alla fine l’epica del Cagliari degli anni ’60-’70, dal suo primo anno in A nel 1964 fino alla triste retrocessione nel 1976.

Dodici anni che hanno cucito un rapporto indistruttibile tra il brasiliano e la città. Perché anche lui, ha scelto la Sardegna come seconda casa fino alla sua dipartita avvenuta il 3 settembre 2016.

«Era un giocatore fortissimo, uno degli stranieri più forti del campionato italiano. – ricorda Rombo di Tuono – Aveva tutto: corsa, tecnica, fisicità. Era una persona estremamente buona, generosa fuori e dentro il campo. Era l’uomo spogliatoio ideale. Al centro di tutti gli scherzi, si divertiva tantissimo».

Nené era un vero jolly che poteva giocare ovunque: stessi piedi e stessa classe. Un vero prototipo di calciatore moderno che Scopigno, dopo l’arrivo di Angelo Domenghini dall’Inter, spostò al centro del campo. Ed è in quella posizione che il numero 8 sulle spalle, vinse lo scudetto, segnando 3 reti in 28 partite.

In totale con il Cagliari segnerà 23 gol in 311 gare di Serie A. Nessuno, tranne Daniele Conti, un altro di quelli che ha scelto di stare a Cagliari, è riuscito a vestire per più partite la maglia rossoblù nella massima serie.

Terminata la carriera come calciatore allenò la Primavera della Fiorentina e del Cagliari, gli allievi nazionali della Juventus e altre squadre del settore giovanile ancora del Cagliari. Personaggio impareggiabile, con le sue stravaganze e le sue superstizioni, per un periodo ha lavorato anche nella tv commerciale con la Gialappa’s a Mai dire Mondiali).

«Ho avuto la fortuna – aveva scritto Claudio Marchisio su Twitter il giorno della scomparsa – di averti avuto come allenatore insegnandomi a calciare con tutti e due i piedi».

A far innamorare i tifosi ci mise poco. Dopo tutto se durante il tuo percorso calcistico hai giocato prima con Pelè e poi con Riva, due dei più grandi calciatori al mondo di sempre, un motivo ci sarà.

Ma la storia di Nenè è anche una storia di dolore, sofferenza e difficoltà economiche. Negli ultimi anni, colpito da una grave malattia, dimenticato dalla famiglia, aveva trovato ospitalità in una residenza sanitaria assistita di Capoterra, con il sostegno degli amici, dei vecchi compagni di squadra, del Comune di Cagliari e dei club.

 

 

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