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I 50 anni dello scudetto del Cagliari, i cavalieri che fecero l’impresa: Beppe Tomasini

«Aver vinto lo scudetto in Sardegna è come averne vinto 3, 4 o 5 all’Inter, alla Juve o al Milan». Sono le parole di, Giuseppe Tomasini, classe 1946 noto Beppe, che arriva a Cagliari un po’ titubante per la lontananza nell’estate del 1968 per non lasciarla più.

Bresciano è il difensore della squadra campione d’Italia ’69-70, nonostante nella stagione dello scudetto riesca a giocare solamente 17 partite, tradito da un infortunio che gli fa perdere anche la convocazione ai Mondiali del Messico.

Chiusa la carriera nel 1977, lavora un anno come vice di Lauro Toneatto, ma a parte qualche esperienza come dirigente, abbandona il mondo calcistico. Rileva un distributore di benzina, in cui gestisce anche un bar e un’officina.

Beppe, che la maglia se l’è attaccata al corpo e al cuore, non giocò la partita contro il Bari, ma ha nitidi i ricordi e le emozioni di quella giornata e di quelle successive.

«La gioia dei tifosi, lo sfogo dei Sardi e degli emigrati in continente per l’impresa che abbiamo raggiunto è il ricordo più emozionante che mi è rimasto dentro. La sera, io e pochi altri eravamo a cena da Arrica, dovevamo sederci a tavola alle 8, ma in realtà ci siamo seduti alle 11 con tutti i tifosi che urlavano e ci acclamavano. Sfogavano la loro gioia che era rimasta repressa per tantissimi anni».

Un’impresa che ha unito e fortificato il rapporto tra i protagonisti. «Quel gruppo è rimasto unito per la vita. La vittoria dello scudetto, ma anche gli anni precedenti e successivi hanno determinato una coesione pazzesca. Noi tutti lottavamo per un sogno che abbiamo raggiunto, una battaglia combattuta sul campo giorno dopo giorno. I tifosi sia quelli qui che quelli in continente venivano a vederci. Allo stadio c’erano anche 5000 persone. Davanti alla supponenza delle squadre del Nord il Cagliari ha dato grande prova».

Uno sguardo al Cagliari di oggi, perché Tomasini è sempre presente allo stadio a gioire e soffrire con i rossoblù, da tifoso segue sempre la squadra della città che lo ha adottato.

«Giulini sta costruendo una buona squadra. C’è stato l’intoppo alla fine del girone d’andata che ha portato anche all’esonero di Maran, ma è una squadra solida che con la grande personalità di Zenga potrà fare sicuramente bene. Le personalità ci sono».

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