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La proposta delle guide sarde all’Assessore Chessa: «Ripartiamo dal turismo interno»

Articolo di Carla Mura

Anche le guide turistiche sarde, come tutte la partite iva, potranno usufruire del contributo dei 600euro, ma per loro probabilmente l’inattività durera più a lungo, ben oltre la fine dell’emergenza: «Per noi il problema è diverso e non finirà con la fine dell’emergenza – spiega Michela Mura presidente dell’Argts, Associazione regionale guide turistiche della Sardegna – il nostro lavoro non riparte semplicemente “sollevando la serranda” dell’attività, anche se a maggio l’emergenza dovesse finire. In questa emergenza il turismo non ripartirà da un giorno all’altro, dipenderà da quali tratte aeree verranno ripristinate, se negli altri paesi l’emergenza finirà quando finirà da noi».

Argts è un’Associazione di categoria delle Guide Turistiche della Sardegna che promuove la crescita culturale e il costante aggiornamento professionale dei suoi soci, oltre che la formazione di alto livello di nuovi professionisti del settore e la conoscenza del ruolo e delle attività relative allo svolgimento della professione. La presidente spiega per quale ragione è importante che fin da ora si pensi a strategie che promuovano il settore: «Ci sono una serie di aspetti di cui non possiamo non tenere conto – prosegue la Mura- ci sono moltissime persone che nelle prime settimane, con le scuole chiuse si sono bruciati tutte le ferie e quindi non potranno viaggiare quest’anno. Non possiamo sapere quante di quelle persone che abitualmente viaggiavano, dopo questa crisi avranno ancora le risorse economiche per viaggiare. Senza contare che la nostra clientela di riferimento, soprattutto per i tour, per le escursioni culturali, è quella dei 60enni, la categoria più colpita dall’epidemia, per la quale la paura di spostarsi sarà sicuramente notevole . Molte guide lavorano con le scolaresche, e anche quella fetta di mercato 2020 è andata persa».

In Sardegna poi permangono problematiche storiche indipendenti da questa emergenza sanitaria che comunque influiscono negativamente sul turismo: la crisi delle compagnie aeree, la continuità territoriale e ultimamente anche i problemi legati alla Tirrenia. «Per noi si prospetta un intero anno di inattività, probabilmente riprenderemo a lavorare ad aprile dell’anno prossimo. Tra l’altro ci sono anche tante guide che svolgono la professione come prestazione occasionale, integrando con altre attività lavorative precarie, per loro stiamo cercando di capire coi commercialisti se esiste la possibilità si avere dei contributi. Un intervento regionale sarebbe importante, noi diamo tutta la nostra disponibilità, chiediamo all’Assessore al turismo, di utilizzarci nel settore della promozione turistica, senza andare a occupare gli spazi di altre professionalità. Ci sono tanti siti o edifici di valenza storica sul territorio regionale non gestiti turisticamente, che potrebbero essere valorizzati con delle proposte strutturate di visita e un lavoro di promozione che li inserisca nel contesto più ampio dell’offerta Sardegna. Noi guide saremo ben liete di mettere a disposizione le nostre competenze. Si potrebbe pensare a strutturare il turismo interno e vederlo come un investimento per il futuro. Quando tutto riprenderà, questa organizzazione rimarrà e potrà essere utilizzata da tutti coloro che verranno a visitare la nostra terra e che troveranno così un contesto migliore e più fruibile, magari con una ricaduta anche in termini di nuovi posti di lavoro. Noi abbiamo bisogno di un sussidio che copra l’intero anno, ma siamo disponibili a ripagarlo con il nostro lavoro, in tal modo diventerebbe un investimento per tutti ».

L’Assessore al turismo Chessa raccoglie l’appello delle guide e risponde: «Le ringrazio per i suggerimenti -afferma Chessa – sono più che d’accordo con chi ha voglia di fare, possiamo organizzare anche subito una videoconferenza e sentire le loro proposte. Ovviamente noi ci stiamo preparando in modo che dal giorno dopo in cui si potrà riprendere noi saremo pronti. In questo momento occorre collaborare, le polemiche non aiutano nessuno. Per ora non ci sono azioni mirate a singoli settori, è prematuro, ci stiamo confrontando con un problema di cui sapevamo poco o niente, non abbiamo certezza di quando finirà del tutto l’emergenza e quali effetti avrà concretamente sull’economia. Anche gli albergatori stanno valutando se aprire questa stagione, proprio perché non si sa come si evolverà la situazione, potrebbe anche essere più conveniente non aprire del tutto. Bisogna aspettare. Dipende da come andrà questo mese di aprile».

«In questo momento tutti perderanno qualcosa – avverte l’Assessore – e quello che è perso sarà difficile ricuperarlo. È meglio parlare chiaro ed essere schietti, in moltissimi settori ci saranno delle perdite, questi incentivi, governativi e regionali sono un aiuto immediato per far sopravvivere le famiglie, per dare liquidità, ma né lo stato né la regione potranno colmare le perdite subite dagli imprenditori. Le azioni che stiamo studiando in giunta vanno nel senso di sostenere tutti comparti, ma le risorse non sono illimitate. Un aspetto importante per la ripresa del turismo riguarderà la riapertura di porti e aeroporti. Sarà possibile riaprire ai turisti? O sarà meglio per l’estate pensare a una ripartenza solo nell’Isola? In alcuni paesi si sta assistendo a nuova ondata di contagi, forse si è abbassata la guardia troppo presto. Sono ottimista per natura, e prima o poi ne verremo fuori, ma stiamo facendo i conti con una situazione che allo stato attuale non ci consente di fare previsioni».

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