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Fonni, la Sindaca Falconi condivide sui social il messaggio di coraggio della piccola Rachele

Un bellissimo disegno, quello fatto da una bambina di Fonni che vive a Ottana da qualche tempo: la piccola Rachele, dopo aver sentito di qualche caso di positività nel suo paese d’origine, ha voluto dedicare a tutti i suoi compaesani un messaggio di speranza.

È proprio la Sindaca di Fonni, Daniela Falconi – a cui la bimba l’ha inviato –, a caricarlo sui social scrivendo un lungo e commovente post: “E se i disegni dei bambini servono a farci emozionare mandatemi tutti i disegni che volete”.

IL POST INTEGRALE DELLA SINDACA DI FONNI DANIELA FALCONI

È davvero incredibile come la bolla che ci tiene rinchiusi in questi giorni amplifichi in maniera spropositata qualunque sentimento.
Basta davvero poco per commuoverci e farci gioire…quel poco che in giorni “normali” sarebbe passato leggero e veloce sulle nostre vite: la nascita di una bambina o di un bambino, due fiocchi di neve che si vedono dalla finestra, la negatività ad un tampone che ieri ci ha tenuto tutti in apprensione.
Tutto sembra “enorme” ed è davvero un nulla avere gli occhi lucidi.
Anche un disegno può commuovere. Il disegno della foto. Il disegno di Rachele, una bambina fonnese di 10 anni che vive ad Ottana da un po’ ma che appena ha saputo dei casi di positività nel nostro e nel suo paese ci ha voluto dedicare questo disegno bellissimo e carico di speranza che ieri mi ha inviato. E se i disegni dei bambini servono a farci emozionare mandatemi tutti i disegni che volete.
L’ho ripetuto più e più volte questi giorni: questa è una guerra in cui ci si salva tutti insieme ma solo stando soli.
E lo ripeterò fino alla fine: stare a casa, stare a casa, stare a casa.
Oggi più di ieri.
C’è una nuova ordinanza del Presidente della Regione che inasprisce le misure. La trovate sul sito e sulla pagina social del comune. Se non capite qualcosa non esitate a chiedere. Vanno seguite alla lettera tutte le prescrizioni avendo cura di non uscire. E se possibile non uscite senza dispositivi di protezione, anche per andare al supermercato. Anche per rispetto verso chi li ci lavora ed è esposto ogni giorno. Tutti siamo contagiati, tutti siamo contagiosi, tutti siamo contagiabili.
Basta con la caccia alle streghe e la caccia all’untore. È una cosa davvero antipatica. Se vi arrivano nomi, dati personali delle persone, notizie non accertate fate una cosa: spezzate le catene. Non cliccate su “inoltra”. Rispettate le persone. Chi si ammala o si dovesse ammalare, non è un colpevole.
La tragedia di questo mostro però non sono le restrizioni, per quanto siano dure.
La tragedia non sono le interpretazioni di tutte queste disposizioni che cambiano in continuazione che sembra ci facciano uscire di testa.
La tragedia non è la limitazione della libertà personale, per quanto possa sembrare inaccettabile.
La tragedia è una e solo una: la malattia.
Ed è una malattia devastante, subdola, cattiva all’eccesso. Sia per chi si ammala e finisce in ospedale, sia per i familiari. Il pensiero di avere la persona più cara al mondo che soffre da sola in un letto di ospedale, senza il conforto nemmeno di una mano di un parente da stringere vi assicuro – ma ognuno di noi può immaginarlo – è lacerante. Così come è lacerante la morte di un proprio caro e non poterlo nemmeno accompagnare per il suo ultimo viaggio.
Per questo vorrei che il nostro pensiero più forte oggi andasse non solo ai pazienti ma anche ai familiari dei nostri paesani che lottano in ospedale. Un pensiero che si estenda a tutti gli ammalati che stanno soffrendo e a tutti i medici e ai sanitari che si stanno prendendo cura di loro in maniera così amorevole. E un pensiero anche per chi in questi giorni ci ha lasciato.
Passerà.
E torneremo ad abbracciarci come nel disegno di Rachele.
Vi voglio bene.

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