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Coronavirus, il NurSind diffida la Regione: “Pronti a chiedere danni per scarse misure contenimento contagio”

Fabrizio Anedda - NurSind

Fabrizio Anedda - NurSind

Omissione di idonee misure di contenimento del contagio, del monitoraggio degli operatori sanitari positivi (tamponi), e insufficienza dei dispositivi di protezione. Si legge questo, in estrema sintesi, nella lettera di diffida che il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, scrive e indirizza alla Regione, alle Aziende ospedaliere, e per conoscenza anche al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro Roberto Speranza.

«Il Coordinamento Regionale NurSind Sardegna – ha detto il rappresentante Fabrizio Anedda – tramite le singole segreterie provinciali dell’isola, ha ricevuto innumerevoli segnalazioni da parte del personale sanitario sull’omissione di idonee misure per il contenimento del contagio, presso le strutture sanitarie regionali e provinciali, e in particolare sull’omissione del monitoraggio dei sanitari positivi, oltre l’ormai accertata insufficienza o assenza di DPI. In tutta la Sardegna si registra l’assoluta insufficienza dei dispositivi di cui i professionisti devono essere assolutamente e necessariamente dotati per prevenire il contagio da coronavirus: visiere facciali, scafandri, sovracamici impermeabili, mascherine FFP2-FFP3, occhiali a ventosa, guanti lunghi, calzari lunghi, mascherine chirurgiche e disinfettanti idonei al lavaggio e disinfezione mani. In sintesi direi che si omette così di assicurare le tutele contemplate dal D.lgs 81/2008, riguardante la sicurezza sui luoghi di lavoro».

Nella lettera un paragrafo è interamente dedicato alle (ormai famose) mascherine, simbolo della protezione di base, e si sottolinea che «le singole Aziende non possono limitarsi alla distribuzione delle “mascherine filtra batteri” il cui utilizzo non è atto a proteggere dal rischio di contagio il personale sanitario che si trova in contatto con pazienti, che potrebbero eventualmente essere affetti da Covid-19, virus almeno 100 volte più piccolo di un normale batterio. Non a caso lo stesso Ministero della Salute – con circolare 5443/2020 – prescrive l’uso di mascherine del tipo FFP2 e FFP3». Ecco perché il sindacato rileva la «violazione delle norme e la rilevanza penale delle condotte omissive dei responsabili e dirigenti delle singole Aziende che potrebbero integrare gli estremi dei reati di cui all’art. 452 c.p., per colposa diffusione dell’epidemia e degli artt. 582 per tentate lesioni e 589 per omicidio colposo)».

Il sindacato chiede che la Regione intervenga senza indugio nell’organizzazione e apertura di Laboratori idonei a effettuare test diagnostici in numero sufficiente alle necessità del personale sanitario dell’intera Regione, e a controllare e vigilare che in tutte le Aziende sanitarie regionali vi sia il rispetto della normativa di emergenza.

«Nella lettera che abbiamo inviato – ha proseguito Anedda – chiediamo il rispetto puntuale della normativa di riferimento specie in questo contesto emergenziale, ma soprattutto che vengano adottate adeguate misure di contenimento del contagio. È necessario che vengano richieste con urgenza e senza ulteriori ritardi i test diagnostici Covid-19 per tutto il personale che ha comunicato contatti stretti con casi confermati: questa è l’unica misura oggi efficace per il reale contenimento del contagio e a tutela della salute dei lavoratori, dei pazienti e di tutti. Banalmente stiamo chiedendo a gran voce che venga garantito il nostro diritto alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. A questo punto siamo pronti a chiedere tutti i danni che ci saranno causati dall’essere esposti, in queste condizioni, a una epidemia così violenta e in una emergenza sanitaria che non può essere affrontata senza neppure gli strumenti di base. Si tratta infatti di danni alla persona e traumi psicologici provocati in conseguenza dell’esercizio della professione in condizioni di lavoro e ambientali non conformi alle norme vigenti».

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