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Covid-19, i lavoratori delle Poste non si sentono sicuri, chiedono più protezione

Un ufficio di Poste italiane

Un ufficio di Poste italiane

Anche se molto meno lunghe, si vedono ancora le code fuori dagli uffici postali. E i lavoratori sono preoccupati per la loro sicurezza: «Stiamo attraversando una fase delicata e complessa – spiega Antonello Zedda, coordinatore regionale Poste Area Servizi Slc, di Cgil – quindi è normale che sia complicato far arrivare le mascherine, ma nella gestione di questa emergenza l’azienda è in grave ritardo. Abbiamo scritto per segnalare che i lavoratori si fermano se gli uffici non vengono correttamente sanificati, e le superfici vanno tenute pulite. Adesso hanno cominciato a sanificare, ma naturalmente chiediamo che la pulizia venga effettuata ogni giorno».

Per gestire questa emergenza, che ha colto un po’ tutti impreparati, Poste Italiane ha istituito un Comitato di crisi, ma il sindacato lamenta una grave lentezza nel attuare le misure di contenimento del contagio. «Si pensa che se si mantiene il metro di distanza – prosegue Zedda- il problema non si pone. Naturalmente se gli ambienti sono igienizzati per bene e se abbiamo a disposizione i liquidi igienizzanti. Quindi le mascherine non dovrebbero essere obbligatorie, se si ha la certezza di mantenere sempre una distanza dalle altre persone di almeno un metro, ma questa certezza naturalmente non può esserci sempre».

Sul tema delle mascherine, il sindacalista spiega c’è una discrepanza tra quanto si afferma: «Da un lato abbiamo il Comitato di crisi – dice il coordinatore sindacale – che annuncia un imponente arrivo di mascherine, dall’altro però si afferma che queste non sono obbligatorie. E comunque per ora non sono ancora disponibili. Sono appena arrivati i gel e neanche dappertutto. Abbiamo chiesto anche di installare nei layout, gli uffici aperti, degli schermi in plexiglass, che poi si possono rimuovere, in modo da avere una barriera in più di protezione».

La preoccupazione dei lavoratori non riguarda solo gli impiegati allo sportello, ma anche i lavoratori dei centri di recapito, gli addetti alla corrispondenza e allo smistamento, i porta lettere. «Queste persone maneggiano tantissimi oggetti, pacchi, lettere, per loro servono mascherine e guanti, che al momento sono insufficienti. Capiamo l’emergenza, e le difficoltà di predisporre tutte le misure, e speriamo che i dispositivi arrivino presto, intanto chiediamo che vengano ulteriormente ridotti gli orari di apertura degli uffici».

Infine i lavoratori rivolgono un appello agli utenti: «Venite negli uffici postali solo per cose urgenti: la scadenza delle bollette è stata momentaneamente sospesa. Non usate come scusa per uscire di casa la necessità di andare alle Poste, se poi dovete chiedere una lista movimenti o il saldo. Per quello ci sono gli sportelli del bancomat. Ve lo chiediamo per noi – conclude Zedda- ma anche per voi stessi, meno usciamo, prima finirà l’emergenza».

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