Torneranno lunedì 23 marzo sui campi di Asseminello i giocatori del Cagliari per riprendere gli allenamenti interrotti per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
Il club con una nota ufficiale, attraverso i propri canali social, fa sapere che si tratterà si sedute studiate in modo tale da dividere la rosa in piccoli gruppi che possano dunque permettere ai singoli di rispettare le distanze interpersonali previste dalle norme di sicurezza.
La comunicazione arriva dopo che gli stessi giocatori rossoblù, attraverso le loro pagine Instagram, invitavano i propri tifosi e follower a restare a casa e rispettare le norme imposte dal decreto per combattere il contagio da Covid-19 in maniera responsabile.
I medici sportivi hanno espresso le loro forti preoccupazioni e “suggerito” di sospendere il lavoro di gruppo almeno fino al 3 aprile, ma il club di via Mameli sembra voglia accelerare e stringere i tempi iniziando da lunedì prossimo almeno con la prima squadra.
Intanto la ripresa del campionato è ancora lontanissima, difficile si possa tornare a giocare prima di maggio. Non si sa quando tutti potranno riprendere a uscire e lavorare in serenità, quando i ragazzi potranno tornare a scuola, riprendere le proprie attività sportive, vedere i loro amici. Il premier Conte nel frattempo parla della possibilità di allungare i tempi delle restrizioni e di un possibile ritorno tra i banchi di scuola a maggio.
Sono diverse le squadre di Serie A, che a breve hanno intenzione di radunare i propri giocatori per riprendere gli allenamenti interrotti da poco più di una settimana, ma la domanda sorge spontanea: davanti alla difficoltà delle amministrazioni locali di far rispettare il decreto ai cittadini, per il bene della collettività, non sarebbe opportuno, per chi è spesso un esempio e un mito da seguire, mandare un altro tipo di messaggio e quindi sacrificare ancora per qualche giorno gli allenamenti?