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“Quelli del balcone”, dall’improvvisato concerto all’organetto ad appuntamento quotidiano

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Da quando, qualche giorno fa, Marco Antonio Pia, studente fuorisede residente a Cagliari, ha imbracciato l’organetto per deliziare i vicini di casa con la sua splendida musica e dei versi improvvisati a tema Coronavirus, non si è più fermato. Vi avevamo raccontato la sua storia e la sua iniziativa, iniziata senza un reale progetto durante uno dei flash mob delle ore 18 per cercare di tenere alto il morale di tutti noi, chiusi in casa per prevenire il contagio dal Covid-19: ora, lui e i suoi coinquilini continuano a regalare al vicinato bei momenti musicati. Ecco cosa scrivono nella loro nuova pagina Facebook “Quelli del balcone”:

«Ognuno di noi sta respirando l’aria pesante di malinconia, di ansia e apprensione che ci circonda e non possiamo che esserne certamente preoccupati. Sappiamo che questi giorni avremo dei dati che potrebbero allarmarci ancora di più, incrementando timore e angoscia. La TV, i social, tutti i canali di informazione ci “assillano” continuamente, potremmo dire, e ci tengono in questa morsa per cercare di contenere i contagi stimolandoci in ogni modo a non lasciare le nostre abitazioni se non per comprovate necessità. È l’unica cosa che possiamo fare. Stare a casa!

Tuttavia vorrei che puntassimo il nostro sguardo con attenzione su una cosa: non accada che se è vero è doloroso che i nostri cari perdono la vita a causa di questo terribile male… noi la perdiamo pur rimanendo “vivi” a causa del nostro sconforto, della rabbia per l’avversità dei tempi che stiamo vivendo, dell’insofferenza di dover stare stretti fra le mura domestiche, costretti a intrecciare più profondamente le nostre relazioni con chi ci è affianco, tornando alle volte dentro di sé senza sapere più come si fa e sentendosi stretti pure li, lasciandoci andare al panico e morendo dentro. Lentamente, o d’un tratto.

Nessuno di noi vorrebbe vivere questi tempi, ma ci siamo, ci sono stati offerti dalla vita. Cavalchiamoli, senza ascoltare quel timore che ci paralizza, perché abbiamo la responsabilità di non lasciarci andare! Facciamolo per coloro che oggi stanno morendo, e vorrebbero essere al posto nostro. Facciamolo per i loro cari che vivono il dramma di un lutto privo di ogni conforto! Facciamolo per tutti quegli operatori sanitari, medici, infermieri che stanno spendendo ogni secondo del loro tempo perché il nostro tempo, il tempo di tutti, possa prolungarsi. Magari anche a discapito della loro stessa vita. È il momento di dire il nostro più profondo SI alla Vita, è l’occasione propizia per riscoprire ciò che conta davvero e dire di aver vissuto con tutti e due i piedi per terra, ma con lo sguardo pieno di speranza rivolto verso il Cielo e il cuore aperto verso il mondo. Verso il nostro prossimo, magari nostra moglie, nostro marito, nostra madre, il nostro vicino di casa col quale non avevamo mai parlato.

Ognuno reagisce come può a questo momento, comprendiamoci, sosteniamoci, non perdiamoci d’animo e non giudichiamo. Piuttosto tiriamo fuori tutto il meglio di noi, pur rimanendo a casa. Troviamo e coltiviamo qualsiasi modo buono per sentirci vivi, e tenere accesa la speranza in noi! È la nostra ora, il nostro momento di trasformare in un opera eterna, memorabile, questa nostra esistenza terrena! Parleranno di noi un giorno, facciamo in modo di lasciare un segno luminoso di umanità degna di questo nome. Non perdiamoci d’animo! Coraggio!».

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