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Un’infermiera del San Francesco sceglie Facebook per smentire il suo contagio

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Tutto è cominciato quando si è saputo dei primi contagi nel reparto di rianimazione dell’Ospedale San Francesco di Nuoro. Naturalmente sono scattate subito le procedure e i probabili contagiati sono stati sottoposti, in base a un preciso protocollo, ai tamponi.

Tra essere a rischio e aver contratto la malattia c’è una bella differenza, ma naturalmente a prescindere dal protocollo, il personale che poteva essere stato contagiato già spontaneamente si era messo in quarantena volontaria. Tuttavia nell’immaginario collettivo, tutto il personale della rianimazione era contagiato. “Appestaus”, proprio così li ha chiamati qualcuno sui social.

Tra le persone a rischio c’era anche una giovane infermiera che come le sue colleghe appena appresa la notizia, si è subito messa in quarantena senza neanche aspettare le indicazioni della direzione sanitaria: «Ho la fortuna di avere un posto dove stare e fin da subito mi sono autoisolata, e così i miei colleghi. Ci sono delle infermiere che hanno dei bambini piccoli, non li vedono da giorni. Al momento io non rientro tra le persone sottoposte al tampone – spiega l’infermiera – sto bene, non ho sintomi, per ora resto in isolamento».

I primi giorni la giovane, e il marito hanno ricevuto i messaggi di amici e conoscenti, poi però le persone hanno cominciato a spargere la voce che lei aveva contratto il virus fino a questa mattina, quando l’infermiera ha avuto una sgradevole sorpresa. Ha scoperto che su Whatsapp stava girando la foto di suo marito con la didascalia “Sua moglie è positiva, lavora al San Francesco”.

«Se fossimo stati malati, saremmo stati i primi a renderlo pubblico – spiega l’infermiera – perché non ci sarebbe davvero niente di cui vergognarsi. Stavo facendo il mio lavoro, quindi il rischio c’era. Anche mio marito sta bene, ma ovviamente anche lui si è messo in isolamento. Lavora da casa, prescrive i farmaci e sta comunque seguendo i suoi pazienti. Fortunatamente alcune colleghe si sono offerte e lo stanno sostituendo nelle visite».

«Non ho ancora la certezza di non aver contratto il virus, e così mio marito – conclude l’infermiera- ma abbiamo attuato tutte le precauzioni previste e ovviamente le autorità sanitarie conoscono perfettamente la situazione. Divulgare la notizia falsa, in questo modo, della mia positività al virus non ha fatto altro che creare allarmismo soprattutto tra i suoi pazienti. Facciamo un lavoro che in questo periodo è diventato tanto pericoloso quanto importante. E io sono pronta non appena sarà possibile, a tornare a svolgerlo come ho sempre fatto».

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