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Ora siamo tranquilli, c’è il gruppo Facebook “Salviamo la Sardegna dal Coronavirus”

Sembra uno scherzo, ma non lo è. Ci sono migliaia di persone che si sono iscritte in poche ore a un nuovo gruppo Facebook che si chiama “Salviamo la Sardegna dal Coronavirus” in pochissime ora ha raccolto oltre 4mila adesioni. Il gruppo si prefigge di proteggere la nostra isola dalla diffusione del virus.

Molti post sono di persone sinceramente preoccupate per il diffondersi dell’epidemia, ma molti altri assumono contorni vagamente squadristi, incentrati sull’individuazione e relativa delazione alle forze dell’ordine, di chi viola le regole anticontagio. E così c’è chi chiede come deve fare per segnalare che c’è un locale a Cagliari pieno di gente molto meno lontana del metro richiesto. E fioccano i consigli e, come si direbbe a Cagliari, i “Frastimi” come auguri di pronto contagio con atroci sofferenze e senza trovare posto in rianimazione.

 

Viene condiviso poi un numero verde con il quale segnalare persone che si sospetta provengano direttamente dalla zona rossa arrivate di nascosto e che senza fare la quarantena si nascondono nelle seconde case ( Pare a Villasimius si nascondano a centinaia). Consigli su come gestire l’emergenza a Solinas come se piovesse, il Governatore deve infischiarsene (Ma non usano questo termine) delle imposizioni Conte, noi abbiamo lo statuto speciale e lui è solo il Premier, quindi Solinas può chiudere porti e aeroporti a suo piacimento

Ma il post più interessante è quello di una donna che ha un’ideona per riportare il capo del Governo a più miti propositi e lasciar fare al nostro presidente della Regione: scrivere alla D’Urso. Addirittura la signora ha già scritto una mail a Barbara che sta già conservando i lacrimoni. Ciò che sconcerta non è tanto l’ingenuità di pensare che la soluzione politica sia “Pomeriggio 5” o la presunzione di pensare di poter risolvere un problema così grave con un gruppo Facebook quanto la leggerezza con la quale le persone nei commenti snocciolano una serie di notizie false, sbagliate, sul nostro ordinamento, sulla prevenzione del contagio, sul contenuto dei decreti di Conte.

Nel 1918, esattamente l’8 marzo si ammalò il primo paziente di influenza spagnola, che fece decine di milioni di morti. Noi non possiamo paragonarci, la medicina di oltre 100 anni fa non era certo quella di oggi, i sistemi per controllare il contagio scarsi, e soprattutto c’era la guerra. È vero, loro avevano la guerra, ma noi abbiamo i social..

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